La Russia si sottrae alla giurisdizione della Corte europea dei diritti dell'uomo

Il braccio di ferro sull'invasione dell'Ucraina spinge Mosca a sottrarsi alla giurisdizione della Corte Europea dei diritti dell'uomo. A stabilirlo è stata la Duma, la Camera bassa del Parlamento russo, con l'approvazione, alla sostanziale unanimità, di due progetti di legge.
Per l'entrata in vigore manca solo la firma di Putin
Il primo stabilisce il ritiro della Russia dalla giurisdizione dell'organo internazionale, istituito alla fine degli anni '50 dalla Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Il secondo sottrae il Paese ai suoi pronunciamenti, a partire dal 15 marzo. Contrario, soltanto un deputato del Partito comunista. A separarli dall'entrata in vigore è ora solo l'attesa firma del Presidente Vladimir Putin.
Il pronunciamento su Navalny: "Una sentenza illegittima"
Tra i più celebri, quello con cui, nel febbraio dello scorso anno, aveva giudicato come "politicamente motivate"le accuse che avevano portato all'incarcerazione dell'oppositore Navalny e stabilito quindi che dovesse esser liberato. Una decisione che Mosca si era poi affrettata a definire "illegittima".
Russia fuori dal Consiglio d'Europa: "Vi cacciamo". "No, ce ne andiamo noi"
Lo scorso 15 marzo la decisione russa di denunciare la Convenzione europea dei diritti umani e di lasciare il Consiglio d'Europa. Poche ore prima quest'ultimo ne aveva richiesta l'espulsione, in seguito all'invasione dell'Ucraina.