Piccoli spiragli per i negoziati, dopo la telefonata di Macron e Scholz a Putin: "Tratti con Zelensky", gli hanno consigliato il presidente francese e il Cancelliere tedesco. Il Cremlino conferma la volontà di "rinnovare il dialogo". Per ora, per sbloccare le esportazioni del grano ucraino
Apertura di Vladimir Putin.
Per ora, soltanto sul grano.
Il presidente russo, sabato, in una telefonata a tre con il presidente francese Emmanuel Macron e il Cancelliere tedesco Olaf Scholz, ha confermato la volontà della Russia a rinnovare il dialogo con KIev, in particolare sull'esportazione del grano ucraino: si legge così in un comunicato del Cremlino.
"La Russia è pronta a trovare il modo di esportare senza ostacoli il grano dall'Ucraina", ha detto Putin ai suoi interlocutori, Macron e Scholz, secondo una dichiarazione rilasciata dalla presidenza russa.
Già nella telefonata di venerdì con il Cancelliere austriaco Karl Nehammer, però, Putin aveva espresso la volontà di creare "corridoi sicuri" per l'export del grano e dei cereali ucraini, ma solo a patto che vengano cancellate (o ridotte) le sanzioni occidentali nei confronti della Russia.
"Putin, parli con Zelensky"
Nella telefonata con Putin, avvenuta su iniziativa di Macron e Scholz, i due leader occidentali hanno "insistito sul fatto che qualsiasi soluzione alla guerra deve essere negoziata fra Mosca e Kiev, nel rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina".
Lo ha reso noto l'Eliseo, precisando che Macron e Scholz "hanno ribadito l'esigenza di un cessate il fuoco e hanno "fatto appello a Putin affinché accetti un dialogo diretto con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nei tempi più rapidi".
Putin: "Basta armi all'Ucraina"
Putin, secondo quanto riferisce il Cremlino, parlando con Macron e Scholz, ha avvertito che continuare ad armare l'Ucraina "è pericoloso", mettendo in guardia dai rischi di "una ulteriore destabilizzazione, di un ulteriore peggioramento della situazione e di un aggravamento della crisi umanitaria".
Riparte il porto di Mariupol
Il porto di Mariupol, sul Mar d'Azov, ha ripreso le operazioni sabato mattina, dopo che le forze russe hanno dichiarato concluso lo sminamento e la rimozione delle navi affondate nelle acque al largo della città.
Una nave diretta a Rostov-on-Don, in Russia, è entrata nel porto di Mariupol nelle prime ore di sabato.
Vadim Astafyev, portavoce del Ministero della Difesa russo, capo del servizio stampa del Distretto militare meridionale:
"Le navi della Flotta del Mar Nero della base navale di Novorossijsk hanno assicurato il passaggio sicuro di una nave mercantile al porto di Mariupol".
Nel frattempo, la Marina ucraina ha dichiarato che le navi russe "continuano a bloccare la navigazione civile nelle acque del Mar Nero e del Mar d'Azov", lungo la costa meridionale dell'Ucraina, bloccando l'esportazione di grano ucraino.
"L'unica soluzione è aprire i porti del Mar Nero"
Kees Huizinga, un agricoltore olandese che da vent'anni vive in Ucraina, è tra coloro che chiedono la messa in sicurezza dei porti del Mar Nero, avvertendo che il trasporto su strada o in treno non è sufficiente a gestire le esportazioni.
"L'unica cosa di cui abbiamo bisogno è aprire i porti del Mar Nero e cacciare i russi, in modo da poter continuare il nostro lavoro qui", commenta Kees Huizinga, senza tanti giri di parole.
"Il trasporto su strada o in treno attraverso l'Europa sono una goccia nel mare. Sono i porti del Mar Nero ad esportare l'80-90% del grano ucraino", ha aggiunto l'agricoltore olandese.
Secondo gli agricoltori, in Ucraina c'è ancora quasi un terzo del raccolto dell'anno scorso nelle scorte, in parte immagazzinate nei porti e in gran parte nei granai delle aziende agricole.
L'Ucraina rappresenta circa il 20% delle esportazioni globali di grano e mais.