Nei tunnel sotterranei dell'acciaieria Azovstal si trovano ancora circa 3.000 persone e almeno 600 feriti.
A Mariupol è in corso un ennesimo tentativo di evacuare i civili riugiati nel fortino dell'acciaiera Azovstal.
Nei tunnel sotterranei si trovano ancora circa 3.000 persone, tra civili e combattenti ucraini. Sono almeno 600 i feriti, secondo il sindaco di Mariupol Vadym Boichenko.
Secondo il presidente Volodymyr Zelensky, della città controllata dai Russi ormai non resta più nulla. "In questa città, che un tempo era una delle più prospere della regione, ora c'è solo un campo di concentramento russo tra le rovine", ha dichiarato Zelensky in un video. "Il regime imposto dai Russi sulle parti di Mariupol che sono sotto il loro controllo non è molto diverso da ciò che fecero i nazisti nei territori occupati dell'Europa dell'est", ha concluso il leader ucraino.
Un'accusa di brutalità nei confronti del leader del Cremlino Vladimir Putin condivisa da Washington, attraverso le parole commosse del portavoce del Pentagono Jonh Kirby. "È difficile vedere alcune delle immagini che ci arrivano e pensare che siano il frutto delle azioni di un leader serio e maturo. È depravazione", ha detto il portavoce del Pentagono, trattenendo le lacrime.
A causa della mancanza di corridoi umanitari, sono sempre meno le persone che ogni giorno arrivano a Zaporizhzhia, porta d'accesso ai territori rimasti sotto controllo ucraino.
Ma il presidente russo assicura che lo scopo di questa "operazione militare speciale" in Ucraina è "preservare la Russia" e "aiutare gli abitanti del Donbass".