Canada, bimbi violati nelle scuole cattoliche: delegazione dal Papa

Canada, il dramma dei bimbi delle comunità autoctone
Canada, il dramma dei bimbi delle comunità autoctone Diritti d'autore AP Photo
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Di Euronews
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Papa Francesco incontra in Vaticano una delegazione di rappresentanti delle comunità autoctone canadesi

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L'ultima scoperta nel maggio del 2021: i resti di 215 bambini sono stati ritrovati in una fossa comune nei pressi di una scuola residenziale cattolica per nativi canadesi, nella British Columbia. La punta dell'iceberg: una pagina oscura della storia del Canada al centro della visita in Vaticano di una delegazione indigena. 

I nativi canadesi sono ricevuti da Papa Francesco in una serie di colloqui che termineranno il 1 aprile.
"Vogliamo giustizia e le scuse del Pontefice" dicono i rappresentanti delle comunità indigene.

"Va bene le scuse, ma in Canada"

Phil Fontaine è stato il leader dell'Assemblea delle Prime Nazioni dal 1997 al 2000 e dal 2003 al 2009. 

L'Assemblea delle Prime Nazioni (APN) è un'organizzazione delle Prime Nazioni del Canada, rappresentate dai loro capi. Essa assicura la rappresentanza delle comunità autoctone. 

Fontaine fa parte della delegazione che viene ricevuta dal Pontefice: "Con questo incontro con Papa Francesco, ci è stato assicurato dalla Conferenza Episcopale Canadese che il Pontefice è pronto a scusarsi e si è anche impegnato a venire in Canada - dice - Così, se mi si chiede qual è la mia preferenza personale, dico che preferirei che le scuse avvengano in Canada in una delle nostre comunità, le comunità delle Prime Nazioni".

Bambini abusati nelle scuole cattoliche del Canada

Dal 1863 al 1998, oltre 150mila bambini indigeni vennero separati dalle famiglie e trasferiti negli istituti scolastici gestiti dalla Chiesa cattolica e nati per assimilare i nativi.
Spesso maltrattati e abusati sessualmente, molti bambini non tornarono mai a casa.
Il progetto Missing Children, bimbi spariti, ha documentato la morte di oltre 4100 piccoli nativi.

Il Pontefice incontra in Vaticano i sopravvissuti delle Prime Nazioni, Métis e Inuit, in vista della visita in Canada che potrebbe avvenire più avanti nel corso dell'anno, e sembra che offrirà proprio queste scuse per il ruolo della Chiesa negli abusi dei collegi.

"La Chiesa collabori di più"

Oltre alle scuse pubbliche Natan Obed, presidente di Inuit Tapiriit Kanatami, chiede fatti: "Principalmente la riconciliazione richiede azione. E abbiamo ancora bisogno di azioni molto specifiche da parte della Chiesa cattolica, sia in Canada che da parte della Chiesa cattolica nel suo complesso. In particolare, per il Canada, ci sono ancora alcuni termini dell'accordo per l'insediamento delle scuole residenziali che non sono stati rispettati dalla Chiesa cattolica. Tra questi, i 25 milioni di dollari che la Chiesa deve pagare. Per ora sono stati versati solo 3 milioni". 

L'obiettivo auspicato è una maggiore collaborazioone: "Speriamo anche che la Chiesa cattolica possa lavorare con le Prime Nazioni, gli Inuit e i Métis del Canada, sulla tragica storia emergente dei bambini trovati in tombe senza nome, fuori dagli istituti delle scuole residenziali. Va al di là della semplice apertura dei registri, va anche verso una volontà generale di usare le risorse della Chiesa per aiutare in ogni modo possibile".

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