Una colossale opera in vetro del celebre artista e dissidente cinese Ai Weiwei, un lampadario che rappresenta la "commedia umana" della vita, In mostra a Roma fino al 3 aprile
Teschi, ossa e organi in prezioso vetro nero di Murano compongono l'enorme lampadario appeso al soffitto delle antiche Terme di Diocleziano a Roma, che fanno parte del Museo Nazionale Romano.
Imponente, terrificante e macabro: è l'ultima opera dell'artista cinese, dissidente e attivista dei diritti civili Ai Weiwei, la cui passione spazia dall'arte contemporanea fino all'arte audiovisiva (recentemente ha realizzato il docu-film "Coronation" su quanto avvenuto a Wuhan durante la pandemia).
Composto da oltre 2.000 pezzi di vetro soffiato a mano e fuso dai maestri vetrai del "Berengo Studio" di Murano, "The Human Comedy" è un lampadario di dimensioni colossali: più di sei metri di larghezza, circa nove metri di altezza e quattro tonnellate di peso, in mostra alle Terme di Diocleziano fino al 3 aprile.
"Dobbiamo ridefinire la nostra umanità"
"Questo il lavoro riguarda la morte. Si tratta di scheletri e di parti del corpo, si tratta di civili, persino di uccellini di Twitter... Oggi la nostra umanità è sotto attacco e, quindi, dobbiamo ridefinire il senso della nostra umanità, ora, nel nostro tempo", ha dichiarato Ai Weiwei.
Si tratta di una delle più grandi sculture mai realizzate in vetro di Murano.
L'opera è il risultato di tre intensi anni di lavoro, attraversati prima dalla pandemia e ora dalla guerra, eventi che hanno condizionato l'ispirazione stessa di Ai Weiwei.
"È una delle mie opere più importanti", ha detto l'artista cinese, che ha collaborato nuovamente con la Fondazione Berengo di Venezia, il cui fondatore Adriano Berengo conobbe Ai Weiwei quando era agli arresti domiciliari in Cina.
Da allora il vetro è diventato l'elemento principale delle sue opere.
Imponenti e macabre. Che lasciano il segno.