Il paese che si regge sul mix di salari bassi e scarsi oneri sociali risente della chiusura del porto di Odessa
Salari bassi e bassissimi oneri sociali: grazie a questo mix la Moldova è arrivata al vertice dei paesi che producono capi di abbigliamento per le grandi marche che poi li rivendono in Europa e non solo.
Qui la guerra ha chiuso gli approvvigionamenti, che passavano per il porto di Odessa.
Olga Parubina è proprietaria di una fabbrica tessile. "Avevamo ordini fino ad agosto e ora tutto è stato sospeso", spiega. "Solo il 20 per cento dei nostri clienti ci ha confermato impegni per il futuro, gli altri dicono di aver paura".
Il governo ha promesso azioni a sostegno degli imprenditori, ma le risorse sono limitate e prevale l'incertezza.
Sergiu Gaibu, ministro dell'Economia moldavo afferma che le crisi degli ultimi anni hanno spinto il paese a prepararsi ad affrontarle con maggiori strumenti. "Ma il tema vero", dice, "è che i nostri mercati si stanno spostando da Est a Ovest".
"In Moldova abbiamo un settore finanziario forte e affidabile, anche se non basta a garantire tutto. Alcune imprese hann o trovato partner a livello dell'Unione europea e grazie a loro importano mezzi e materiali che qui non si trovano".
Situazioni analoghe si riscontrano anche in altri settori economici, ma non per tutti la crisi solleva paure.
Il responsabile di una società che produce software sottolinea che la guerra ha spinto fuori dai loro paesi molti informatici russi e ucraini. "Siamo per la pace, vorremmo poter offrire loro un lavoro e una casa".
Intanto, l'azienda e i suoi dipendenti hanno varato sei progetti per l'accoglienza dei rifugiati.