Le associazioni lgbtq+ chiedono un corridoio umanitario ad hoc per chi non ha ancora completato la transizione di genere
Prima della guerra, Joanne non avrebbe mai pensato di poter lasciare l'Ucraina. Questo perché aveva iniziato il suo percorso di transizione e ha fatto in tempo solo ad aggiornare il suo certificato di nascita prima di dover scappare in Polonia, dove si trova adesso.
"Ho avuto un problema perché sapevo che il certificato di nascita non basta per attraversare il confine - racconta a Euronews - Serve un documento d'identità, che io non ho. Quindi la mia preoccupazione era che sarei stata respinta alla frontiera".
Anche se alla fine è riuscita ad attraversare, molti altri membri della comunità transessuale non sono stati così fortunati.
"Se hai i documenti, va tutto liscio - spiega Joanne - Se non li hai è un problema".
Due volte vittime
Molte delle donne transessuali che cercano di fuggire dall'Ucraina si scontrano con il divieto per gli uomini in età per arruolarsi di lasciare il paese.
Gli attivisti Lgbtq+ in Ucraina hanno fatto passi avanti negli ultimi due anni, ma rimangono ostacoli per la transizione di genere. Per esempio, è necessario un esame psichiatrico ambulatoriale per una valutazione dei marcatori di genere, che può richiedere il ricovero in ospedale.
Questo significa che molte donne transessuali sono ancora identificate con il genere maschile sui documenti.
Igor Medvid coordina l'associazione Hplgbt: "La situazione è molto difficile perché la comunità lgbt si sentiva emarginata e discriminata già prima della guerra. Molte persone riferiscono che quando tentano di attraversare il confine, la polizia di frontiera e le guardie prendono la loro decisione in base a quello che c'è scritto sul passaporto. Consideriamo questo come l'ennesimo caso di transfobia.
Tentativi di fuga disperati
Alcuni sarebbero riusciti a partire anche senza ducumenti nei primi giorni di guerra. Ma lasciare il Paese per loro è ora quasi impossibile, anche se si continua ad assistere a tentativi estremi per attraversare.
Anastasiia Yeva Domani, Ceo della Ong Cohort spiega: "Le due associazioni per i diritti dei transessuali in Ucraina stanno entrambe consigliando di non ricorrere a metodi illegali, come la corruzione, perché il rischio è quello di essere rimandati indietro o peggio ancora di farsi arrestare. A quel punto si viene registrati come se i documenti fossero persi".
Il consiglio invece è di spostarsi nella parte occidentale del Paese per sfuggire ai combattimenti. L'ong continua a fornire trattamenti ormonali alle le persone non in prima linea. Mentre gli attivisti chiedono un corridoio umanitario per aiutare i membri della comunità a lasciare il paese.