Papa Francesco prega per la fine del conflitto in Ucraina. "Tacciano le armi" è l'appello del Pontefice
Ricondurre la guerra al dolore, alla violenza sulla gente comune, alla morte di soldati e civili.
Nessuna metafisica del conflitto è possibile, nessuna giustificazione.
Dalla finestra del palazzo apostolico, all'Angelus, Papa Francesco rilancia il suo appello per fermare il bagno di sangue in Ucraina.
"Chi fa la guerra dimentica l'umanità, non sta con la gente, non si interessa della vita concreta delle persone, ma mette davanti a tutto l'interesse di parte del potere. Si affida alla logica diabolica e perversa delle armi e in ogni conflitto la geche è la più lontana dalla volontà di Dio. E si distanzia dalla gente comune che in ogni conflitto è la vera vittima".
Lo sguardo all'Ucraina, dunque, ma anche alle guerre che dilaniano Siria, Yemen, Etiopia.
"Chi fa la guerra si affida a una logica diabolica", sottolinea il Pontefice che ribadisce: "Tacciano le armi, Dio sta con con gli operatori di pace, non con chi usa la violenza".
Bandiere gialloblù, le saluta il Pontefice: i colori dell'Ucraina campeggiano sotto le finestre del Papa, che in ucraino dice “Slava Isusu Chystu”, Sia lodato Gesù Cristo.
Il Pontefice rinnova l'invito a fare, il 2 marzo, mercoledì delle Ceneri, una giornata di preghiera e di digiuno per la pace mentre i rintocchi delle campane rimandano a quelli che, in Ucraina , annunciano i bombardamenti.