La città brasiliana prova a ripartire, dopo le tragiche alluvioni e le frane della settimana scorsa, provocate dalle violentissime piogge, che hanno causato 181 vittime. Ancora 126 i dispersi
Nella chiesa di Sant'Antonio a Petrópolis, in Brasile, si è celebrata la messa di commemorazione per le 181 vittime, finora accertate, delle inondazioni e delle frane della scorsa settimana, causate dalle violentissime piogge che hanno funestato la zona.
La funzione religiosa si è tenuta nella parrocchia di Morro da Oficina, il quartiere dove decine di famiglie hanno perso le loro case e i loro cari.
Le esequie di 114 persone si sono svolte domenica.
La chiesa di Sant'Antonio, nei giorni scorsi, ha ospitato decine e decine di sfollati e di senzatetto, tra le oltre 900 persone che hanno perso le loro case.
Continuano le ricerche dei dispersi
Almeno 200 i feriti e 126 le persone ancora disperse.
Continuano le ricerche da parte delle squadre di soccorso, provenienti da Rio de Janeiro e da sette stati del Brasile.
Finora, i soccorritori sono riusciti a estrarre 24 persone vive dal fango e dalle macerie, ora ricoverate negli ospedali della regione.
Più di 500 Vigili del Fuoco stanno lavorando nella zona per cercare di localizzare altre vittime, anche se il lavoro è stato interrotto più volte a causa delle piogge e dei forti venti che ancora affliggono la regione.
Le piogge torrenziali sono tipiche di questa zona montuosa, soprattutto durante l'estate dell'Emisfero Sud, tra dicembre e marzo. Ma con il cambiamento climatico, le precipitazioni sembrano diventare sempre più pesanti e pericolose, sostengono gli esperti.
Nella giornata peggiore delle precipitazioni, in poco più di tre ore sono caduti 260 millimetri di pioggia, il volume più alto mai registrato nella regione dal 1932 ad oggi.
Dal 1981 ad oggi, sono ben 400 le persone morte a causa di inondazioni a Petrópolis: in particolare, nel 1988 e nel 2011 si verificarono altri "disastri metereologici" che provocarono la morte di decine di persone.
Si prova a ripartire
A Petrópolis, città di 300.000 abitanti nella parte montuosa dello Stato di Rio de Jainero, a 70 km dalla metropoli - ex città imperiale (chiamata così in omaggio a Pietro II, il secondo e ultimo imperatore del Brasile), la città dove lo scrittore austriaco Stefan Zweig si suicidò, con la moglie, nel 1942 - si prova comunque a ripartire.
A rialzare, seppur faticosamente, la testa.
Prova a farlo anche Sandra Correa Neto, proprietaria di una libreria in città: deve buttare tutti i suoi libri, non puo regalarne nemmeno uno, sono tutti rovinati.
Ma è pronta a riaprire la sua libreria, il prima possibile.