Portogallo, Rui Rio deciso a contrastare il predominio di Antonio Costa

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I cittadini lusitani sono chiamati a scegliere la composizione del nuovo parlamento, a poco più di due anni dall’ultima volta

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Dopo diversi anni in qualità di numero 2 del partito socialdemocratico, all'inizio del 2018 Rui Rio ne assume la presidenza e con essa la guida dell'opposizione di centrodestra al governo di António Costa.

"L'attuale governo - diceva all'epoca Rui Rio, presidente del partito socialdemocratico - avrà nella nuova dirigenza un'opposizione ferma e attenta, ma mai demagogica o populista".

Conosciuto tra gli elettori principalmente per essere stato sindaco di Porto, carica che ha ricoperto per tre mandati in 11 anni, Rio vede il polso della popolarità nazionale misurato per la prima volta nel 2019, quando affronta Costa alle elezioni legislative.

La sfida non finisce bene, perde seggi parlamentari per il partito: pochi mesi dopo, il suo mandato come leader dell'opposizione è segnato dalla decisione di chiedere la fine dei dibattiti quindicinali con il governo in seno all'Assemblea nazionale.

Il suo ruolo alla guida del partito è nuovamente sotto i riflettori nel 2021, con le elezioni amministrative.

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Le scelte non sempre scontate e l'allontanamento dei big dal partito dominano la cronaca politica, con molti che ne pronosticano la sconfitta.

Tuttavia, il risultato di Lisbona, la vittoria inaspettata dell'ex commissario europeo Carlos Moedas e la fine dei 14 anni di governo socialista nella capitale lusitana mitigano il prevedibile disastro elettorale.

Il risultato non impedisce all'eurodeputato Paulo Rangel di sfidare la leadership interna, con elezioni anticipate già in vista.

Rio stavolta vince e, col dominio rafforzato all'interno del partito, lancia la campagna nazionale.

"Siamo un partito riformista - dice - non faremo nessuna rivoluzione, né distruggeremo tutto ciò che altri hanno fatto".

I lineari impegni presi cozzano, però, con la possibilità di una coalizione di governo con l'estrema destra.

Uno scenario teoricamente posto dalla necessità di battere la sinistra in parlamento, ma già escluso da un Rio che vuole fermamente restare al centro.

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