Uno strato di cenere impedisce agli aerei di atterrare a Tonga per portare aiuti e soccorsi alla popolazione colpita dallo tzunami e dall'eruzione del vulcano sottomarino
Le immagini satellitari e quelle della grande nube che avvolge l'arcipelago di Tonga, in una zona remota del Pacifico, sono apocalittiche. Dopo l'eruzione del vulcano sottomarino e lo tsunami, l'isola è ricoperta da una coltre spettrale. Il blackout di internet , le comunicazioni interrotte e l'impossibilità di raggiungere gli aeroporti fanno temere il peggio riguardo al conteggio delle vittime. Al momento quelle accertate sono tre ma i soccorritori non sano esattamente cosa aspettarsi non appena riusciranno a raggiungere il luogo del disastro che, al momento, che, al momento, è tagliato fuori dal mondo. Non c'è acqua potabile, i veleni delle ceneri ammorbano l'aria, si prospetta una nuova emergenza umanitaria mentre si cerca di ripulire la pista per agevolare l'arrivo degli aiuti dalla Nuova Zelanda. Perchè in alternativa, le navi, non arriverebbero prima di tre giorni.
Il territorio di 169 isole di Tonga, che ospita 105.000 persone, rimane coperto da un denso strato di cenere e devastato dalle onde. Le fotografie mostrano un paesaggio lunare, con danni estesi soprattutto sull'isola di Tongacapu, dove si trova la capitale, Nuku'alofa. ma in particolare segnali di pericolo sono stati inviati da Mango e Fonoi che si sviluppano quasi a livello del mare .
Gli aiuti
Due navi neozelandesi sono salpate cariche di aiuti umanitari per Tonga, dove non arriveranno prima di venerdì, ma anche l'Australia ha una nave pronta con generi di prima necessità.
Entrambe le nazioni attendono di poter inviare aerei C-130 una volta che il denso strato di cenere vulcanica che dissemina la pista d'atterraggio nella capitale sarà rimosso.
Una delle priorità più impellenti è il rifornimento di acqua potabile. Esiste anche il timore che la ricaduta delle ceneri abbia "contaminato" le falde acquifere.
Per quanto riguarda le comunicazioni telefoniche e internet il cavo sottomarino si è rotto a circa 40 chilometri dalla costa. Il lavoro di riparazione è difficile da pianificare vista l'incertezza dell'attività del vulcano, e ci vorranno settimane prima che la squadra di riparazione raggiunga la zona.