Colloqui sull'Ucraina. Subito incomprensioni tra Russia e Stati Uniti. Mosca: "Si aprano al compromesso". Washington: "Pronti a dure reazioni"
Partenza in salita della settimana di colloqui tra Washington e Mosca, per disinnescare le tensioni sull'Ucraina e il rischio di un'invasione russa. Subito amaro l'antipasto della maratona di incontri in programma a Ginevra: già chiaro alla vigilia, il muro contro muro ha trovato conferma nella cena tra i vice-ministri degli esteri delle due parti che ha ufficialmente dato il via ai negoziati.
Mosca e Washington distanti: "Scendano a compromessi". "Pronti a dure reazioni"
"Sono gli americani che devono aprirsi al compromesso - ha detto il viceministro degli esteri russo, Sergei Ryabkov -.La parte russa è venuta qui con una posizione chiara. Ci basiamo su una serie di elementi a mio avviso del tutto comprensibili e che sono stati formulati con estrema chiarezza, anche ad alto livello. Impossibile quindi deviare da questa linea".
La NATO e l'interesse strategico dell'Ucraina
Mosca chiede fra l'altro all'Occidente garanzie sul fatto che la Nato non si allarghi ulteriormente ad est, avvicinandosi ai suoi confini. "Putin non può accettare che l'Ucraina o la Georgia entrino nella NATO - ha detto a Euronews l'analista russo Dmitry Oreskin -. Il presidente russo potrà essere venuto a patti per gli stati baltici, considerati ormai una partita persa, ma ha deciso di tenere duro in Ucraina. E l'unico modo per assicurare la sua autorità politica sull'Ucraina è creare tensione al confine". Su Twitter, il segretario di Stato americano Anthony Blinken aveva in giornata ribadito la "preferenza" per una soluzione diplomatica, ma sottolineato al contempo che Stati Uniti e partner europei sono pronti a "dure" e "imponenti" reazioni, qualora Mosca ripeta la sua aggressione.
L'Occidente e lo spettro dell'Ucraina: "Mai più come in 2014"
Obiettivo numero uno dell'Occidente: fare prova di una reazione più decisa, di quella opposta nel 2014 all'invasione russa della Crimea. Con 100.000 soldati ammassati al confine da parte di Mosca e la mobilitazione dei riservisti da parte di Kiev, la situazione appare però esplosiva. Allarme condiviso anche da Bruxelles, che - per la prima volta dallo scoppio del conflitto nel 2014 - ha inviato l'Alto rappresentate europeo agli affari esteri, Josepp Borrell a visitare la regione del Donbass, nell'Ucraina orientale.
Si parla di Ucraina, ma l'Ucraina non c'è (e l'Europa neanche)
Sui colloqui di Ginevra pesa però secondo alcuni un deficit di rappresentanza. Assente anzitutto l'Ucraina, ma assente anche Bruxelles, estromessa da Washington e Mosca. "Su questo dialogo, non ci sono solo due attori - ha detto mercoledì l'alto rappresentante Josep Borrell -. Non ci sono solo gli Stati Uniti e la Russia. Se si vuole parlare di sicurezza in Europa, gli europei devono far parte del tavolo", ha detto. Oltre ai negoziati fra Mosca e Washington di oggi a Ginevra, mercoledì è anche in programma una riunione fra Nato e Russia, mentre a riunirsi l'indomani sarà l'OSCE, l'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa.