L'Epifania a Kalofer nella Bulgaria profonda. Non c'è epidemia che tenga, le celebrazioni per il sei gennaio si sono tenute senza tener conto delle misure igieniche per arginare Omicron
Non c'è epidemia che tenga, l'Epifania resta una festa da celebrare insieme a Kalofer, un paesino bulgaro che aspetta il 6 gennaio per ripetere il rito del crocifisso gettato e ripescato nelle acque del fiume Tundzha al ritmo di danze bulgare. Riservate esclusivamente a uomini.
In casa degli Anastasov la tradizione è vissuta con particolare entusiasmo da generazioni. La leggenda vuole che l'acqua del fiume sia benedetta e dia salute e serenità per tutto l'anno.
Milen Anastasov ha un motivo in più: "35 anni fa mi diagnosticarono una brutta artrite, avevo nove anni. Mio padre non voleva che io mi bagnassi, voleva impedirmelo ma ormai ero già nell'acqua. Dal giorno non ho avuto più alcun dolore o disturbo".
Erano anni difficili per i cristiani, sotto il regime comunista bisognava quasi nascondersi. Il padre di Milen, Gencho, lo ricorda bene come fosse oggi:
"Sotto il Comunismo sono iniziate le persecuzioni, la polizia ci cercava, ci cacciava da scuola, non potevamo andare a scuola, distruggevano cornamusa e tamburi.. chepuntualmentee noi ricostruivamo per andare al fiume".
Un 6 gennaio 2022 che non tiene conto dell'epidemia e della variante contagiosissima Omicron. Ma lo stesso padre Dimitry ai nostri microfoni ha spiegato che la fede è più forte della paura.
Una cosa è certa Omicron passerà con il suo strascico più o meno tragico, l'epifania di Kalofer tornerà puntuale il 6 gennaio degli anni a venire.