Wertmuller - che ha segnato in modo indelebile una stagione del cinema italiano - fu nel 1976 la prima donna in assoluto ad essere candidata all'Oscar come miglior regista
Lina Wertmuller è morta all'età di 93 anni.
La grande regista, secondo quanto riferito da persone vicine alla famiglia, si sarebbe spenta serenamente nel suo appartamento, vicino alla figlia e ai suoi cari.
Nata il 14 agosto 1928, Wertmuller aveva segnato in modo indelebile una stagione della commedia italiana, con il suo cinema al contempo caustico e poetico, capace di rileggere in chiave quasi onirica i caratteri più contraddittori e grotteschi del popolo italiano.
"Ho sempre avuto un carattere forte, fin da piccola" aveva raccontato l'anno scorso all'Ansa, in occasione del suo 92esimo compleanno. "Sono stata addirittura cacciata da undici scuole e sul set ho sempre comandato io".
Tra il 1972 e i primi anni '80, nel decennio politicamente più turbolento della storia repubblicana, la regista aveva firmato una serie di titoli fondamentali, guardando alle inquietudini sociali e politiche dell'epoca attraverso la lente del rapporto tra i sessi, tra le classi sociali, tra l'Italia del nord e quella del sud: a questo periodo risalgono i suoi i film più celebri, come 'Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare di agosto', , 'Mimì metallurgico ferito nell'onore', 'Film d'amore e d'anarchia' o 'Pasqualino Settebellezze'.
Proprio con quest'ultimo, Wertmuller fu la prima donna ad essere candidata all'Oscar come miglior regista: ma se quell'anno ad essere premiato fu John G. Avildsen per Rocky, la statuetta per Wertmuller sarebbe arrivata nel 2019, con un oscar conferito alla carriera (e ritirato nella cerimonia del 2020) "per il suo provocatorio scardinare con coraggio le regole politiche e sociali attraverso la sua arma preferita: la cinepresa"