Italia, via libera alla legge anti-mine. Emergency: "eredità di Gino Strada"

15 febbraio 2020: mine antiuomo vengono raccolte dalle truppe di ingegneria siriane dall'autostrada M5, riconquistata dalle governative ad Aleppo, in Siria
15 febbraio 2020: mine antiuomo vengono raccolte dalle truppe di ingegneria siriane dall'autostrada M5, riconquistata dalle governative ad Aleppo, in Siria Diritti d'autore AP/AP
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nel 2017, era stata rimandata indietro dal Quirinale, che vi aveva rilevato profili di illegittimità costituzionale

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Ci sono voluti quattro anni, ma alla fine il via libera del Parlamento è arrivato: da questo 2 dicembre, la legge contro le mine antiuomo in Italia è una realtà.

La misura, volta a contrastare il finanziamento delle imprese che producono mine antipersona e munizioni a grappolo, le cosiddette 'cluster bomb', era già stata bocciata dal Quirinale nel 2017, quando il presidente Mattarella aveva rimandato indietro il testo, evidenziando l’esistenza di "profili di evidente illegittimità costituzionale".

Il problema, allora, era nell'articolo 6 del provvedimento, che al secondo comma determinava “l’esclusione della sanzione penale per determinati soggetti che rivestono ruoli apicali e di controllo (per esempio i vertici degli istituti bancari, delle società di intermediazione finanziaria e degli altri intermediari abilitati)”.

Per tutti gli altri, "privi di questa qualificazione”, la sanzione penale - ovvero la reclusione da 3 a 12 anni, oltre alla multa da 250mila a 500mila euro - restava in essere: di qui, il vulnus costituzionale, dal momento che, secondo le annotazioni del Capo dello Stato, questa formulazione era in contrasto con l'articolo 3 della Costituzione, che vieta "ogni irragionevole disparità di trattamento fra soggetti rispetto alla medesima condotta”.

L'eredità di Gino Strada

Il testo è stato approvato a Montecitorio con 385 voti a favore e nessun contrario. E' stato il primo disegno di legge ad essere presentato in Senato all'inizio di questa leguslatura.

Immediata la reazione degli operatori umanitari, con Emergency che ha rivendicato questa ventennale battaglia come un lascito del fondatore Gino Strada, scomparso nello scorso agosto.

“Sono passati oltre vent’anni da quando Gino Strada ha parlato degli effetti di questi “Pappagalli verdi” sui bambini in Afghanistan - scrive in una nota la Presidente di Emergency, Rossella Miccio - e ancora ne vediamo le conseguenze tutti i giorni nei nostri ospedali. Dodici Paesi, tra cui Stati Uniti, Cina e Russia, non hanno ancora ripudiato la futura fabbricazione di mine, mentre 16 Paesi producono bombe a grappolo. Disincentivare i finanziamenti per la loro produzione è pertanto cruciale, e questa legge segna dunque un passo avanti per dare effettiva attuazione all’articolo 11 della Costituzione Italiana, consci però che la strada da percorrere è ancora molta".

Il Landmine Monitoring Report 2020 ha registrato infatti un progresso verso un mondo libero dalle mine, evidenziandone però l’utilizzo attivo (in particolare per quanto riguarda gli ordigni improvvisati) da parte di gruppi armati non-statali.

I Paesi più colpiti da settembre 2019 a ottobre 2020 sono stati Afghanistan, Colombia, India, Libia, Myanmar e Pakistan. Nel 2019, sono state 5.554 le vittime di mine o residuati bellici esplosivi. Nell'80% dei casi si è trattato di civili, il 43% dei quali bambini.

Secondo il Cluster Munition Report del 2021, invece, fra l’agosto 2020 e il luglio 2021 le munizioni a grappolo sono state utilizzate in Siria (ove il loro utilizzo è ininterrotto dal 2012) e dall’Armenia e dall’Azerbaijan nel conflitto del Nagorno-Karabakh. Nel 2020, queste armi hanno ucciso107 persone e ne hanno ferite 242, con una tendenza crescente rispetto al 2019 e al 2018. In ragione della loro natura discriminatoria, tutte le vittime registrate erano civili; quasi nella metà dei casi (44%) si è trattato di bambini.

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5 dicembre 2019: giovani vittime di guerra afgane si godono il sole fuori dal loro reparto presso il Centro chirurgico di emergenza per le vittime della guerra civile a KabulAltaf Qadri/Copyright 2019 The Associated Press. All rights reserved.

Per questo, secondo Miccio l’approvazione della legge "rappresenta un ulteriore passo avanti verso l’eliminazione di questi ordigni, iniziato in Italia con la legge per la loro messa al bando nel 1997, che fu ottenuta grazie a una importante campagna civile di cui EMERGENCY fu promotrice. Oggi salutiamo soddisfatti questo nuovo provvedimento, che istituisce meccanismi di controllo e verifica, dettando scadenze di attuazione e stabilendo sanzioni in caso di inosservanza.”

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