Polemiche durissime sulle nuove regole europee per i richiedenti asilo

Polemiche durissime sulle nuove regole europee per i richiedenti asilo
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Cambiano le regole per i richiedenti asilo, ma a qualcuno la nuova legislazione europea non va giù

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La polemica è scoppiata non appena la Commissione ha presentato la sua nuova proposta sui richiedenti asilo. Bruxelles afferma che stanno concedendo flessibilità temporanee ed eccezionali a Polonia, Lettonia e Lituania – i paesi coinvolti nella crisi migratoria istigata dalla Bielorussia – al fine di concedere loro più tempo per elaborare le richieste legittime mentre rimpatriano i migranti che non hanno basi legali per rimanere.

Il Commissario UE per gli affari interni Ylva Johannson: "Darà l'opportunità a Polonia, Lettonia e Lituania di avere un periodo più lungo per la registrazione delle domande di asilo, per chiarire che ci devono essere punti speciali per i punti Asilo per la registrazione ed è necessario indirizzare le persone a quei centri".

Secondo le ONG questa flessibilità, che consente di spostare i richiedenti asilo in campi dove possono essere detenuti per oltre 16 settimane, nonsi preoccupa delle sofferenze di coloro che sono intrappolati al confine con la Bielorussia.

Così Evelien van Roemburg, capo dell'ufficio UE, OXFAM: “Non si tratta tanto di un processo più lungo, anche se ora sappiamo che le persone resteranno più tempo in situazioni simili alla detenzione. Ma si tratta più della situazione alla frontiera e del fatto che non si può accedere a una procedura di asilo equa quando si è bloccati alla frontiera in condizioni del tutto inadeguate senza accesso all'assistenza legale, senza accesso ai servizi sanitari. Non è una procedura di asilo equa. Quindi questo è esattamente ciò che accadrà ora in Polonia e negli Stati baltici. Quindi questo è il problema fondamentale di queste proposte".

Finora oltre 1800 persone non ammissibili sono state rimandate in Iraq su un totale di 8000. Mentre il Commissario Johannson ha affermato anche che è necessario un approccio intransigente per mandare un messaggio forte a Lukashenko.

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