Commissario ONU per i rifugiati: "Risoluzione urgente per fornire assistenza umanitaria al confine"

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Filippo Grandi, Alto commissario Onu per i rifugiati, ha trattato la delicata questione al Parlamento europeo a Bruxelles

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"Attacco ibrido", un modo per destabilizzare l'Unione: sono alcune delle parole usate per descrivere la situazione al confine tra Polonia e Bielorussia.

Lì, centinaia di migranti sono stati costretti dalla Bielorussia a entrare nell'Unione europea.

Ne ha parlato Filippo Grandi, Alto commissario Onu per i rifugiati, al Parlamento europeo a Bruxelles.

Il dibattito si è incentrato sui temi d'attualità relativi alla situazione umanitaria dei rifugiati e degli sfollati, sull'attuazione della Convenzione di Ginevra del 1951 e la cooperazione internazionale.

"Il Commissariato delle Nazioni Unite ha lanciato un appello per una risoluzione urgente della situazione al confine tra Polonia e Bielorussia e per l'accesso immediato e senza ostacoli alle persone in movimento, per garantire la fornitura di assistenza umanitaria, l'identificazione di coloro che necessitano di protezione e l'accesso alle procedure in Bielorussia per coloro che chiedono asilo".

Per la Polonia, la crisi è lontana adall'essere fermata: il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha reso visita al primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki, paventando la possibilità di finanziare muri di recinzione con fondi europei.

Varsavia accusa apertamente la Bielorussia di ricatto.

"Finché Lukashenko sarà a Minsk e sarà sostenuto dalla Russia - dice Łukasz Jasina, portavoce del ministro degli Esteri polacco - questa crisi sarà un problema per tutti noi, specialmente per Polonia, Lituania, Lettonia, per tutti noi.

Non vedo alcuna possibilità di fermarlo: diciamo che quando qualcuno inizia a ricattare qualcuno, non si ferma".

Intanto, la situazione si aggrava e le temperature scendono alla frontiera: la Croce Rossa è una delle ONG che chiedono di accedere all'area.

"La situazione forse non è ancora drammatica - afferma Michał Mikołajczyk, Croce Rossa Polonia - ma è cambiata molto in poche ore, poiché per due giorni abbiamo osservato non decine, non centinaia, ma migliaia di persone lungo il confine che cercavano di combattere con chi avevano di fronte".

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Secondo i dati del Commissariato dell'ONU, alla fine del 2020 almeno 82,4 milioni di persone nel mondo sono state costrette a fuggire dalle loro case.

Di queste, 26,4 milioni circa sono rifugiati e quasi la metà di loro ha meno di 18 anni.

Un anno dopo aver proposto una nuova politica in materia di asilo e migrazione, i leader dell'Unione sono tutt'altro che vicini all'accordo sulle riforme.

Gli inverni non sono facili in questa parte d'Europa, ecco perché una soluzione rapida alla crisi salverebbe molte vite.

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