Cosa bolle in pentola per il dopo Merkel: ultimi comizi prima del voto

Il dopo Merkel
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Di Euronews
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Germania al voto: ultimi comizi prima delle elezioni di domenica 26 settembre. Le promesse di CDU, SPD e Verdi, le prime tre forze accreditate

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Dopo 16 anni al potere, la Cancelliera Angela Merkel è pronta ad abbandonare la scena politica.
Non prima di aver speso il suo endorsement per il candidato della CDU, Armin Laschet, in ritardo nei sondaggi della vigilia.
A Monaco, Merkel era fianco a fianco con Markus Söder, presidente della Baviera e leader dell'Unione Cristiano Sociale, alleata storica della CD.

"Ricominciano, i socialisti, con i loro refrain degli anni '80: burocrazia, aumento delle tasse, paternalismo, dire alla gente come parlare. No, abbiamo cittadini indipendenti che lo sanno meglio di questi ideologi che vanno in giro" ha detto Laschet, attaccando la squadra da battere, quella del socialista nonché vice Cancelliere, Olaf Scholz.

L'SPD è in crescita, il suo candidato non ha il fiato corto e in campagna elettorale sembra aver guadagnato terreno.
Negli ultimi fuochi prima del voto, nel comizio di Colonia, Scholz ha prefigurato un nuovo corso: "Abbiamo bisogno di un nuovo inizio per la Germania - ha dichiarato - Abbiamo bisogno di un cambio di governo e vogliamo un esecutivo guidato dalla SPD. Non ci sarà più nessun aumento dell'età pensionabile e garantiamo un livello di pensione stabile".

A Dusseldorf, la terza forza accreditata, i Verdi, riporta all'attenzione dell'elettorato l'agenda ambientalista che ne ha caratterizzato l'ascesa ma senza lo sfondamento auspicato.

Annalena Baerbock, co-leader nazionale del partito e candidata alla Cancelleria, ha parlato di rinnovare il Paese: "Questo è ciò per cui ci battiamo, Robert Habeck ed io; questo è ciò per cui si battono i Verdi, insieme a centinaia di migliaia, milioni di giovani che oggi scendono in piazza e dicono 'fate finalmente politica e smettete dichiacchierare'".

L'Afd, il partito di estrema destra rappresentato in tutti e 16 i parlamenti regionali, sembra tenere botta, ma i numeri non sono dalla sua. I nazionalisti anti euro sono all'11% e non sono appetibili come alleati nelle coalizioni post voto.

Un'altra posizione controversa è quella sulle vaccinazioni: "Non ho letto nella legge fondamentale (Costituzione) che ci sia una distinzione tra vaccinati e non vaccinati - ha arringato la candidata, Alice Weidel - ho letto che tutte le persone sono uguali davanti alla legge".

Per la sinistra di Linke la battaglia è quella di superare la soglia del 5% per entrare in Parlamento. Solo in quel caso potrebbe giocare un ruolo nella partita delle alleanze di governo

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