La mattanza dei delfini nelle isole Faroe

Una tradizione che si è trasformata in una mattanza di oltre 1400 delfini. Protagonisti una piccola parte degli abitanti delle isole Faroe, arcipelago autonomo del Regno di Danimarca, situato tra Islanda e Norvegia. Come ogni anno, si è tenuta la caccia ai cetacei, Grindadráp (detta Grind), perfettamente legale, a cui partecipano anche le famiglie, bambini compresi.
Un pod (gruppo) di delfini è stato spinto dai motoscafi sulla spiaggia di Skálabotnur sull'isola di Eysturoy e lì sono stati uccisi con arpioni o trapani elettrici, mentre il mare si è tinto di rosso.
Una pratica approvata dalle autorità faroesi, ma non dalla Commissione internazionale per la caccia alle balene.
Ma stavolta è mancata la consueta organizzazione.
Heri Petersen, presidente dell'associazione locale di caccia Grind, ha ammesso che qualcosa è andato storto: sono stati radunati troppi delfini e con troppe poche persone per ucciderli, cosicché l'agonia è stata ulteriormente prolungata. Anche Hans Jacob Hermansen, ex presidente della Grind Association, ha ammesso che quanto è avvenuto "distrugge tutto il lavoro che abbiamo fatto per preservare la caccia".
Tra i 50mila residenti delle isole cresce il malcontento per il rinnovarsi di questa tradizione e molti hanno espresso il loro sdegno tramite le emittenti locali.