Il governo etiope sostiene di aver cacciato i ribelli dal nord del paese

Duello dei comunicati fra i ribelli del TPLF, cioè i ribelli del fronte popolare di liberazione del Tigrè e il governo centrale di Addis Abeba che sostiene di averli caccia dalle regioni in cui hanno commesso eccidi efferati anche di donne, anziani e bambini.
La guerra dei comunicati
Billene Seyoum, portavoce del primo ministro nonché premio Nobel per la pace (2019) Abiy Ahmeddel segnala che "Le affermazioni del TPLF di essersi ritirato dalla regione dell' Afar non corrispondono al vero. Sono stati sbaragliati - precisa Seyoum - La milizia dell'Afar ha lavorato in stretta collaborazione con le forze di difesa nazionali e il TPLF ha subito molte perdite nelle ultime settimane".
Sui social però i portavoce del TPLF contestano l'affermazione con una serie di Twitter e sostengono che i combattimenti sarebbero ancora in corso. C'è poi l'affondo del governo centrale: "Nella regione di Amhara è confermato che i terroristi hanno commesso atrocità su circa 200 civili innocenti, tra cui donne, bambini, anziani e diaconi, membri del clero":conclude Seyoum.
Uno scontro di molti mesi
L'Etiopia settentrionale è stata devastata dalle violenze dallo scorso novembre quando Abiy ha inviato truppe nel Tigray, affermando che la mossa era in risposta agli attacchi contro l'esercito da parte dei ribelli.