Il nuovo capo è nella lista Onu dei terroristi. Il ministro dell'Interno è ricercato dall'Fbi
I talebani svelano una parte del loro nuovo governo ad interim, a 3 settimane dalla conquista dell'Afghanistan. Il governo sarà guidato da uno dei loro fondatori, Mohammad Hassan Akhund, che risulta nella lista Onu di persone designate come "terroristi o associati a terroristi".
Come ministro dell'Interno c'è un militante ricercato dall'Fbi con una taglia da 5 milioni di dollari, Sirajuddin Haqqani, leader dell'omonima rete di milizie ritenuta vicina ad Al Qaida.
Il co-fondatore talebano Abdul Ghani Baradar sarà il numero due del nuovo esecutivo, ha detto Zabihullah Mujahid, il principale portavoce del gruppo, in una conferenza stampa a Kabul.
Baradar ha guidato i negoziati di Doha con gli americani che hanno portato al ritiro delle forze straniere dal Paese.
Tra le altre nomine annunciate martedì, quella del mullah Yaqoub, figlio del mullah Omar, a ministro della Difesa.
Amir Khan Muttaqi, negoziatore talebano a Doha, è stato nominato ministro degli Esteri.
"Il governo non è completo" ha detto Mujahid, assicurando che il suo movimento, che prometteva un esecutivo "inclusivo", avrebbe cercato di "prendere persone da altre parti del Paese".
Manifestazioni e arresti. Ad Herat 2 morti
L'annuncio delle nomine è arrivato poche ore dopo che i talebani hanno sparato in aria a Kabul per disperdere i manifestanti e arrestato diversi giornalisti, la seconda volta in meno di una settimana.
I manifestanti si erano radunati davanti all'ambasciata del Pakistan per accusare Islamabad di aver aiutato l'assalto dei talebani alla provincia settentrionale del Panjshir. I talebani hanno detto lunedì di aver conquistato la provincia, l'ultima ancora non controllata dai talebani.
Martedì c'erano decine di donne tra i manifestanti, alcune di queste madri di ragazzi uccisi dai taleban. Un cartello recitava: ``"Sono una madre quando uccidi mio figlio uccidi una parte di me".
I talebani si sono nuovamente mossi duramente per porre fine alla protesta quando è arrivata nei pressi del palazzo presidenziale. Hanno sparato in aria e arrestato diversi giornalisti che seguivano la manifestazione. In un caso, i talebani hanno rotto il microfono di un giornalista e l'hanno picchiato. Il giornalista è stato poi ammanettato e detenuto per diverse ore.
"Questa è la terza volta che vengo picchiato dai talebani - ha detto all'Associated Press a condizione di non essere identificato per paura di ritorsioni - Non andrò più a coprire una manifestazione. È troppo difficile per me".
Un giornalista della popolare tv afghana "Tolo news" è stato trattenuto per tre ore dai talebani prima di essere liberato, gli è stato restituito il video che aveva girato.
Ad Herat una manifestazione simile è finita con due morti e dieci feriti, secondo quanto racconta un medico - che vuole mantenere l'anonimato - a France Presse.
Afghani in fuga
Nel frattempo, nella città settentrionale di Mazar-e-Sharif, quattro aerei noleggiati per evacuare circa 2mila afgani in fuga dal dominio talebano sono ancora all'aeroporto.
Mawlawi Abdullah Mansour, il funzionario talebano responsabile dell'aeroporto della città, ha affermato che qualsiasi passeggero, afghano o straniero, con passaporto e visto valido potrà partire. Questo è infatti l'accordo con gli Stati Uniti, secondo quanto ha confermato il segretario di Stato americano Antony Blinken a Doha.
Ma da alcune testimonianze raccolte da Ap centinaia di persone con i documenti in regola sarebbero ancora bloccate negli hotel di Mazar-e-Sharif.
Si combatte nel Panshir
Anche se i talebani sostengono di aver conquistato anche l'ultima provincia afghana, la Resistenza 2.0 via Twitter fa sapere che i combattimenti sono ancora in corso e denuncia il massacro dei civili.