I loro leaders da Doha: "Astenetevi dalla violenza, lasciate partire chiunque lo desideri"
Avrebbero già cominciato il loro ingresso in Kabul, le forze taleban che dall'annuncio del ritiro dei militari statunitensi hanno preso il controllo di quasi tutto il paese. La notizia è stata confermata alle agenzie di stampa tanto da ufficiali del governo in carica, quanto da fonti del ministero dell'Interno.
Dal Qatar, dove hanno trovato rifugio, i leader taleban hanno fatto appello ai loro militanti chiedendogli di non usare violenza una volta giunti nella capitale, e di permettere a coloro che lo volessero, di partire.
Solo qualche ora prima il presidente Ashraf Ghani era comparso in tv per la prima volta dall'inizio di questa convulsa transizione, promettendo di fare di tutto pur di impedire che quelli che chiama "venti anni di progressi" fatti dal suo paese vengano cancellati d'un colpo.
Un pensiero condiviso da tanti afghani, come questa donna.
Crescono di ora in ora anche i profughi interni, famiglie intere che per sfuggire i combattimenti si sono rifugiate nei parchi della capitale.
In tutta Kabul si respira un clima da vigilia della resa dei conti, con i paesi occidentali impegnati a far partire i loro cittadini prima dell'ormai imminente collasso finale.
Dove si sono già insediati al potere, come a Herat, i taleban concedono provvedimenti di amnistia ai membri delle forze governative locali, avviando la prevedibile campagna di conversione di tanti afghani, pronti, malgrado tutto, ad aderire di nuovo al progetto politico dei fondamentalisti religiosi.
Un progetto che, nonostante le dichiarazioni formali, 20 anni di occupazione statunitense non sono riusciti nemmeno a scalfire.