La mostra fornisce un punto di vista storico e sociologico sull'evoluzione di questa forma d'intrattenimento, che oggi fattura più d'ogni altra
Quasi un terzo della popolazione mondiale li usa e anche la pandemia ha dato impulso al business. Con un giro d'affari globale da 1****35 miliardi di dollari - più delle industrie musicale e cinematografica messe insieme - quello dei videogame è senza dubbio il settore più solido nel campo dell'intrattenimento.
I videogame la Tequila Works li progetta i da più di un decennio.Per finirne uno, un team di sessanta persone impiega dai due ai tre anni. "Ormai - spiega Michael Santorum, designer del gruppo - nei grandi giochi si possono passare 80, 100 o anche 200 ore di gioco. Questo significa entrare in un mondo, e fare quello che vuoi, tutta la tua vita può essere spesa dentro il gioco".
Homo ludens
Tequila Works è una delle aziende presenti a 'Homo Ludens: videogiochi per capire il presente'. Ospitata dal Caixaforum di Madrid, la mostra esplora i precedenti storici e l'evoluzione di questa forma di intrattenimento, che alcuni considerano rischiosa e altri ricca di benefici: se, infatti, i videogame preoccupano psichiatri e operatori sociali per il rischio d'isolamento connaturato al loro abuso, è anche vero che le community che si sviluppano attorno a questo mondo sono un mezzo "per fare amicizia, per scoprire realtà che sconosciute" come spiega Eri, una delle visitatrici dell'esposizione.
Nelle varie esposizioni di questa mostra è possibile ricostruire la relazione tra i videogiochi e la scienzao lo sviluppo dei simulatori di sport, i cui ricavi si prevede supereranno quelli della Champions League o del Super Bowl.
Partecipazione virtuale
Oggi, giocare ai videogame permette di rivendicare opinioni e prese di posizione, e definire meglio il proprio spazio non soltanto a livello ludico, ma anche ideologico. I moderni videogiochi permettono ad esempio di partecipare a movimenti come 'Black lives matter' o di prendere posizione a favore dei diritti della comunità LGTBI.
Ma esiste un rovescio della medaglia, molto presente anche nei percorsi tematici di Homo Ludens,
"Vediamo anche tutto il lato oscuro - spiega Eva María Nogués, responsabile delle attività del Caixaforum - quello che c'è dietro, le strategie commerciali, la manipolazione. Vediamo anche le situazioni di di sfruttamento che sorgono anche in giro attorno a questo mondo".
Homo Ludens rimarrà nella capitale spagnola fino al 31 ottobre, poi si sposterà in altre città del paese e in seguito all'estero