Nel commando c'erano soldati in pensione dell'esercito colombiano. Ignoti i mandanti
Erano stati trovati e quasi linciati dalla folla prima di essere consegnati alle polizia due degli uomini arrestati come sospettati per l'omicidio del presidente haitiano Jovenel Moise.
Stando al racconto dei giornalisti presenti alla scena, i due si stavano nascondendo tra i cespugli, con i vestiti sporchi di fango, prima di essere circondati e malmenati.
Gli agenti li hanno caricati a stento sul retro di un pick up, inseguito per diversi metri dalla folla inferocita, che ha poi dato fuoco a diverse auto abbandonate e crivellate di colpi che apparentemente credevano appartenessero ai sospetti.
Le auto non avevano targhe e dentro una di esse c'era una scatola vuota di proiettili e dell'acqua.
Due cittadini Usa, 15 colombiani
Sono 17 gli arrestati per l'omicidio del presidente di Haiti, Jovenel Moise. 15 sono cittadini colombiani e due statunitensi. Sei dei colombiani sono ex soldati dell'esercito ora in pensione. Escludendo i tre uccisi sul posto, mancano ancora all'appello 8 golpisti, che sono riusciti a scappare.
Il primo ministro ad interim ci teneva a presentare i risultati alla stampa:
Il commando era pesantemente armato e ben addestrato. Non si sa nulla su chi fossero i mandanti.
Sia gli Stati Uniti che la Colombia si sono detti pronti a collaborare all'inchiesta
Si indaga anche sui due agenti incaricati della sicurezza del presidente che sono usciti miracolosamente illesi dal blitz.
Da oltre un anno Moise continuava a governare per decreto rimandando le elezioni, in un paese stremato dalla povertà e dallo strapotere delle gang.
Dopo la sua morte, una schermaglia per la guida del paese si è già innescata tra il premier uscente Claude Joseph, che ha assunto di fatto il potere, e il suo avversario Ariel Henry, che era stato nominato da Moise il giorno prima dell'omicidio.