Il referendum sulle leggi speciali per la pandemia divide la Svizzera

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Mai prima d'ora nella storia della Confederazione l'elettorato ha dovuto decidere su un testo giuridico in scadenza. Si vota il 13 giugno

Mai prima d'ora nella storia della Svizzera moderna l'elettorato ha dovuto decidere su un testo giuridico in scadenza. Le urgenti limitazioni sociali causate dalla pandemia sono al centro del referendum che si celebra il 13 giugno in confederazione.

Diversi gruppi di cittadini si sono fatti promotori di un referendum contro la cosiddetta "Legge Covid", approvata in tutta fretta dal Parlamento lo scorso settembre. Per i detrattori la legge avrebbe tolto la libertà e criminalizzato chi rifiuta il vaccino. Non quadra intanto la necessità di tutelare la salute pubblica e contestualmente legare alla scelta delle misure restrittive l'erogazione di lauti finanziamenti federali ai settori sociali e delle attività produttive più in crisi.

Una legge temporizzata ma vagamente subdola

La legge è temporizzata alla fine del 2021 ma conferisce al governo facoltà di reintrodurre lo stato di emergenza se necessario dopo consultazioni col Parlamento, le autorità dei 26 Cantoni, le organizzazioni padronali e con i sindacati. Se respinta alle urne, la legge e i suoi emendamenti, che riguardano consistenti aiuti finanziari alle categorie colpite dalla pandemia, verrebbe rottamata in 3 mesi, entro settembre.

In Svizzera c'è inoltre un fondamentale scetticismo nei confronti della politica governativa di vaccinazione. I promotori del referendum accusano le autorità di ignorare le potenziali controindicazioni per la salute dei sieri anti covid e comunque le leggi urgenti non sono mai facili da digerire. Gli oppositori ritengono che la legge sia superflua e che la maggior parte delle misure possa essere introdotta senza conferire speciali poteri al governo come previsto dalla nuova normativa.

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