L'ambasciata statunitense si scusa, ma il proprietario della Kim Engineering denuncia i responsabili
Si è scusata l'ambasciata americana a Sofia per il raid condotto dai suoi soldati, durante un'esercitazione della Nato, in una fabbrica bulgara, l'11 maggio scorso. Come potete vedere nelle immagini di videosorveglianza, sette militari statunitensi armati di fucili d'assalto, entrano nei locali della Kim Engineering per sgomberarli. Credevano che il luogo facesse parte dell'area di addestramento.
"Eravamo nel retro a lavorare e mi hanno detto che erano entrati dei militari", racconta un operaio ancora sotto shock. "Li ho visti con le mitragliatrici puntate su di noi, abbiamo avuto paura. Ho iniziato a correre, avevo molta paura, non sapevo cosa stavo facendo o dicendo".
"Mi sento offeso, umiliato da una cosa del genere", dice il proprietario della fabbrica, che ha intentato una causa contro i responsabili dell'incidente, Marin Dimitrov. "È come se fossimo dei banditi, dei criminali, ma stavamo solo lavorando".
L'ambasciata Usa ha giustificato l'accaduto spiegando che il suo esercito prende sul serio l'addestramento, dando però la priorità alla sicurezza di soldati e civili. Il ministero della Difesa bulgaro, dal canto suo, ha minimizzato l'incidente definendolo "un evidente malinteso", che non ha comportato l'uso della forza o il maltrattamento dei civili, accettando però di risarcire la fabbrica per eventuali danni materiali.