A Lione torna la Biennale della Danza. Un segnale di ripresa dopo un anno nero

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Di Andrea BolithoDebora Gandini
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La kermesse sarà protagonista fino al 16 giugno. Nella città francese in scena spettacoli originali e innovativi. Protagonista quest'anno l'Africa e le sue sonorità

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Nata nel 1984, la Biennale della Danza di Lione è un festival di danza contemporanea che si tiene negli anni pari in alternanza con la biennale d'arte contemporanea. E’ uno degli eventi più prestigiosi per la città francese. Dopo la cancellazione lo scorso anno a causa delle restrizioni dovute al Covid, la Biennale è di nuovo in scena. 

Al centro della kermesse quest’anno ci sono le sonorità dell’Africa con artisti e ballerini provenienti da 16 paesi africani. Tra questi anche il celebre coreografo nigeriano Qudus Onikeku con il suo gruppo di ballo.

L’apertura dell’evento non si è tenuta come da tradizione per le strade lionesi ma su un palco allestito a Fourviere, con lo spettacolo “Incarnazione”. Un omaggio all’energia di Lagos. "Mi interessava mettere in mostra il modo in cui i ballerini delle nuove generazioni reincarnano la conoscenza e la ricerca del passato, ci ha spiegato Onikeku. “Ma volevo farlo in un modo più contemporaneo anche se questi giovani non hanno ancora una vera e propria tecnica. Questo è la dimostrazione di come il corpo si rigenera."

Un segnale di ripresa e di ottimismo

Quelli passati sono stati mesi difficili pecie per il settore dello spettacolo particolarmente colpito dai lockdown. Ma alla fine il sogno si è avverato. Per il Direttore Artistico della Biennale della Danza di Lione, Dominique Hervieu, grazie ai nuovi giovani danzatori si possono affrontare tutte le sfide. Lo si vede nel modo in cui ballano. E’ pura energia.

Uno degli spettacoli in scena c’è “Urgence-Emergency” interpretato da cinque giovani che hanno scoperto la danza attraverso il centro sociale che frequentavano. Uno spettacolo che è un mix di rabbia e passione. Come ha sottolineato Antoine Colnot Direttore della Compagnia di Danza HKC il suo obiettivo era sottolineare il significato di “emergenza”. “L’emergenza come segnale per essere vivi, un’emergenza che ci rimette in piedi per andare avanti. Abbiamo incontrato tanti ragazzi che si erano già arresi. Poi abbiamo conosciuto questi cinque giovani che volevano ritrovare la loro vita, volevano liberarsi dalle catene.” 

Sul palco spettacoli originali e innovati. Come i ballerini travestiti da pupazzi giganti. Alti quasi 4 metri con abiti che pesano 30 kg. Burattini aggraziati nonostante il peso e la fatica. Anche se non possono eseguire tutti i movimenti, ci spiega il coreografo, possono ballare in modi diversi. Ho lavorato su aspetti particolari della danza”, ha dichiarato Bouba Landrille Tchouda, coreografo dello spettacolo.

Anche per la Francia è stato un anno nero per la cultura a causa del virus. Ma ora grazie alla Biennale della Danza di Lione ci si augura di recuperare il tempo perso e di ridare al settore una speranza per ricominciare in grande stile. 

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