Covid, India: centinaia di cadaveri nel Gange, le famiglie non hanno i soldi per cremarli

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In India si teme il picco di contagi nelle aree rurali. I morti per Covid abbandonati al Gange

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La devastante seconda ondata di Covid-19 che ha travolto l'India si sta trasformando in una storia dell'orrore in Uttar Pradesh, lo stato più popoloso del Paese. A pochi giorni dalla macabra scoperta di un centinaio di cadaveri che fluttuavano nel Gange in Bihar, vari reportage su quotidiani in inglese e in hindi hanno rivelato che più di duemila corpi sono stati trovati semisepolti nella sabbia o abbandonati lungo le rive del fiume, qualche centinaio di chilometri più a sud. Corpi già decomposti che le piogge e le correnti rischiano di trascinare ancora. I media hanno mostrato foto e video di distese di cadaveri da almeno sei distretti, i più toccati dalla pandemia. Il quotidiano in Hindi Dainik Bhaskar ha rivelato che nella sola Unnao sono stati trovati più di 900 corpi, semisepolti vicino al crematorio. Diversi familiari dei defunti hanno ammesso al quotidiano The Indian Express di non avere denaro per pagare le spese della cremazione, l'ultimo rito che accompagna le persone di fede indù, il cui costo è salito nelle ultime settimane in modo esponenziale.

I numeri in India: sottostimati

Arriva una schiarita per le due città più grandi dell'India, che hanno riportato un calo delle infezioni giornaliere. I numeri (oltre 326mila nuovi casi confermati e cica 3.900 morti nelle ore recenti) sono però sottostimati, almeno secondo gli esperti, e le autorità sanitarie avvertono che i contagi si stanno diffondendo nelle aree rurali, dove vivono quasi due terzi della popolazione di 1,4 miliardi di indiani.

Nel tweet del primo ministro indiano Narendra Modi: "Durante la riunione di oggi sul Covid-19 si è discusso di una serie di questioni, tra cui l'aumento dei test in aree con alto TPR (Test Positivity Rate), la preparazione di strategie di contenimento localizzate, il potenziamento delle capacità sanitarie nelle zone rurali e l'aumento della velocità di vaccinazione".

Modi ha dichiarato che il governo sta mobilitando tutte le risorse a disposizione, compreso l'esercito per assicurare soccorsi e sicurezza.

Taiwan e Singapore stringono le maglie

A Taiwan l'allerta Covid si è alzata al livello 3 su una scala massima di 4. Per arginare il picco di contagi, in uno dei Paesi che sinora meglio ha affrontato la pandemia, il governo ha annunciato nuove restrizioni a Taipei e nella contea vicina di New Taipei. I market hanno replicato le scene viste altrove, con i residenti che hanno preso d'assalto gli scaffali per le scorte legate alle chiusure disposte dall'esecutivo sino adalmeno il 28 maggio prossimo. 

Diversi gli obblighi per i cittadini: l’uso della mascherina in pubblico, il limite di 10 persone per le riunioni all’aperto e 5 per quelle al chiuso, lo stop di tutte le attività ad eccezione dei servizi essenziali, da quelli governativi e sanitari, fino alle forze dell’ordine.

Anche Singapore ha ulteriormente inasprito le sue misure anti Covid : da domenica fino al 13 giugno, i raduni saranno limitati a due persone e i ristoranti potranno fornire solo servizi di consegna o di asporto.

Le aziende dovranno proporre il telelavoro a tutti i dipendenti in grado di farlo.

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