(ANSA) – ROMA, 17 SET – La fondazione pontificia Aiuto alla
Chiesa che Soffre oggi ha pubblicato un appello a pagamento a
pagina intera sul quotidiano Avvenire a due anni dal sequestro
di padre Pier Luigi Maccali, missionario italiano, originario di
Cremona, della Società delle Missioni Africane rapito
probabilmente da jihadisti la sera del 17 settembre 2018 nella
sua parrocchia di Bomoanga, diocesi di Niamey, in Niger.
Aiuto alla Chiesa che Soffre, “considerato il quasi totale
oblio che vergognosamente – sottolinea la stessa fondazione
pontificia – circonda il sequestro di Padre Maccalli, con
l’odierno appello ricorda pubblicamente che il nostro
connazionale è tuttora drammaticamente disperso e chiede al
Governo italiano un rinnovato e sollecito impegno affinché sia
quanto prima liberato in condizioni di sicurezza”. Acs “non si
limita alla pubblica denuncia. In Niger quest’anno stiamo
sostenendo 104 fra sacerdoti diocesani, religiosi e religiose. A
tutela della loro sicurezza, eccezionalmente, a sottolineare
quanto sia pericolosa la realtà per i nostri fratelli cristiani,
non possiamo comunicare la diocesi di appartenenza. Padre
Maccalli non deve essere considerato un cittadino-rapito di
serie B – conclude la nota – per il solo fatto di essere un
missionario cristiano che ha speso la vita per
l’evangelizzazione in una nazione in cui dilaga la
persecuzione”. (ANSA).
Missionario rapito due anni fa. Acs, 'vergognoso silenzio'

Appello al governo per padre Pier Luigi Maccalli
Di ANSA
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