L'esodo dei medici dalla Tunisia. Il settore sanitario rischia il collasso

La sanità in Tunisia rischia il collasso. L'esodo dei medici sta indebolendo il settore sanitario in tutto il Paese alle prese con la pandemia e l’inizio di una debole campagna di vaccinazione. Abdelwaheb Mghirbi è un dottore di 35 anni che dall’inizio dell’emergenza lavora in prima linea contro il Covid. Non viene pagato da mesi. Come tanti colleghi sta cercando un lavoro negli ospedali e nelle strutture di altri paesi.
Il nostro medico ci spiega che vuole andarsene dalla Tunisia. Purtroppo la situazione generale non è stabile dal punto di vista economico, sociale e politico. Attualmente il Paese potrebbe pagare gli stipendi ma non si sa quando.
Per la Tunisia è davvero iniziato male l’anno che segna il decimo anniversario della "Rivoluzione dei gelsomini". A gennaio è esplosa la rabbia della gente che è scesa in piazza chiedendo “lavoro, dignità, libertà”. La disoccupazione dilaga specie tra i giovani. Un quinto della popolazione vive sotto la soglia di povertà." Mi è stato offerto un lavoro in un paese del Golfo con uno stipendio 10 volte superiore a quello che è la paga qui in Tunisia”, ci racconta il Dott. Mghirbi. “Il settore della sanità in generale è molto avanti nei paesi dell’area. Ci sono molte opportunità.”
Giovani medici in fuga: un problema per la campagna vaccinale
L’esodo di giovani medici e operatori sanitari sta creando un’emergenza nell’emergenza. La pandemia ha colpito duramente tutto il paese, a questo ora si aggiunge la mancanza di personale qualificato, proprio mentre Tunisi e la Banca Mondiale hanno firmato un contratto di prestito da 82,5 milioni di euro, nell'ambito del piano di aiuti anti-Covid-19. Stando alle autorità tunisine questo prestito verrà rimborsato in 18 anni, con un periodo di grazia di 5 anni, e un tasso di interesse dello 0,43%.
Secondo il Dottor Slim Ben Salah, Presidente uscente del Consiglio medico nazionale tunisino già nel 2018 dalla Tunisia sono andati via circa il 60% di dottori. Alla fine del 2020 i giovani laureati che si sono recati all’estero a lavorare sono stati quasi l'80%.
La risposta alla pandemia prevede l'acquisizione e la consegna di vaccini e altri strumenti a supporto del sistema sanitario, quali i sistemi informativi, la logistica e le infrastrutture. Che in molte zone del paese mancano totalmente. Le autorità pubbliche fanno quello che possono, ma il bilancio sanitario rappresenta solo il 6% del PIL.
La Tunisia ha registrato dall'inizio dell'epidemia oltre 254.000 casi di coronavirus e quasi 9 mila morti, con un leggero aumento dei contagi negli ultimi giorni. La vera sfida ora è la campagna vaccinale di massa. Se mancano mezzi e personale la battaglia diventa ancora più dura.