L'esodo dei medici dalla Tunisia. Il settore sanitario rischia il collasso

L'esodo dei medici dalla Tunisia. Il settore sanitario rischia il collasso
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Di Debora Gandini
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Sono ormai migliaia i medici e gli operatori sanitari che cercano lavoro altrove. In Tunisia non vengono pagati da mesi. I dottori sono esausti anche per la pandemia. Una situazione caotica in un momento tanto delicato

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La sanità in Tunisia rischia il collasso. L'esodo dei medici sta indebolendo il settore sanitario in tutto il Paese alle prese con la pandemia e l’inizio di una debole campagna di vaccinazione. Abdelwaheb Mghirbi è un dottore di 35 anni che dall’inizio dell’emergenza lavora in prima linea contro il Covid. Non viene pagato da mesi. Come tanti colleghi sta cercando un lavoro negli ospedali e nelle strutture di altri paesi.

Il nostro medico ci spiega che vuole andarsene dalla Tunisia. Purtroppo la situazione generale non è stabile dal punto di vista economico, sociale e politico. Attualmente il Paese potrebbe pagare gli stipendi ma non si sa quando.

Per la Tunisia è davvero iniziato male l’anno che segna il decimo anniversario della "Rivoluzione dei gelsomini". A gennaio è esplosa la rabbia della gente che è scesa in piazza chiedendo “lavoro, dignità, libertà”. La disoccupazione dilaga specie tra i giovani. Un quinto della popolazione vive sotto la soglia di povertà." Mi è stato offerto un lavoro in un paese del Golfo con uno stipendio 10 volte superiore a quello che è la paga qui in Tunisia”, ci racconta il Dott. Mghirbi. “Il settore della sanità in generale è molto avanti nei paesi dell’area. Ci sono molte opportunità.”

"Sto cercando lavoro in un altro paese. In Tunisia la situazione generale non è stabile dal punto di vista economico, sociale e politico. Non vengo pagato da sei mesi."
Abdelwaheb Mghirbi
Medico

Giovani medici in fuga: un problema per la campagna vaccinale

L’esodo di giovani medici e operatori sanitari sta creando un’emergenza nell’emergenza. La pandemia ha colpito duramente tutto il paese, a questo ora si aggiunge la mancanza di personale qualificato, proprio mentre Tunisi e la Banca Mondiale hanno firmato un contratto di prestito da 82,5 milioni di euro, nell'ambito del piano di aiuti anti-Covid-19. Stando alle autorità tunisine questo prestito verrà rimborsato in 18 anni, con un periodo di grazia di 5 anni, e un tasso di interesse dello 0,43%.

Secondo il Dottor Slim Ben Salah, Presidente uscente del Consiglio medico nazionale tunisino già nel 2018 dalla Tunisia sono andati via circa il 60% di dottori. Alla fine del 2020 i giovani laureati che si sono recati all’estero a lavorare sono stati quasi l'80%.

La risposta alla pandemia prevede l'acquisizione e la consegna di vaccini e altri strumenti a supporto del sistema sanitario, quali i sistemi informativi, la logistica e le infrastrutture. Che in molte zone del paese mancano totalmente. Le autorità pubbliche fanno quello che possono, ma il bilancio sanitario rappresenta solo il 6% del PIL.

La Tunisia ha registrato dall'inizio dell'epidemia oltre 254.000 casi di coronavirus e quasi 9 mila morti, con un leggero aumento dei contagi negli ultimi giorni. La vera sfida ora è la campagna vaccinale di massa. Se mancano mezzi e personale la battaglia diventa ancora più dura.

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