La pandemia porta l'Unione europea nel baratro occupazionale

La pandemia picchia duro sul mercato occupazionale europeo. La perdite sono senza precedenti con 114 milioni di posti di lavoro bruciati nell'ultimo anno.
Un fenomeno che colpisce le donne più che gli uomini, e i giovani più che gli anziani, con previsioni che per l'anno in corso parlano di "moderata ripresa con alta incertezza"
"Qui, nonostante i migliori sforzi dell'UE - ha dichiarato il vicepresidente esecutivo dell'UE, Valdis Dombrovskis - la pandemia ha vanificato sei anni di tendenza positiva. Abbiamo urgente bisogno di creare posti di lavoro di qualità, in particolare per i giovani, per i quali la crescita della disoccupazione è stata tripla rispetto al tasso generale".
Il braccio esecutivo di Bruxelles ha detto che l'Unione europea intende portare l'occupazione al 78% entro il 2030: nel 2019 era al 73
L'unione intende inoltre dimezzare il divario occupazionale tra donne e uomini occupati e ridurre il numero di giovani che non lavorano né studiano, portandolo al 9% dall'attuale 12,6%.
Infine, nei prossimi 10 anni, l'UE dovrebbe ridurre di 15 milioni il numero di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale, che nel 2019 si aggirava attorno ai 91 milioni nel territorio comunitario