Washington: l'Fbi teme attacchi da fonti interne alla sicurezza in vista dell'insediamento di Biden

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Alcuni funzionari della difesa hanno detto che l'Fbi sta passando al setaccio i nomi di tutti i 25mila membri della Guardia Nazionale dispiegati a Washington. Finora non sono emersi collegamenti allarmanti

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Massima allerta a Washington in vista della cerimonia di insediamento di Joe Biden prevista per mercoledì. Imponente il dispiegamento di forze: sul terreno, oltre alla polizia, 25mila militari della Guardia Nazionale, più di due volte e mezzo il numero solitamente impiegato durante l'inauguration day.

A testimoniare il livello di tensione raggiunto le preoccupazioni di alcuni funzionari della difesa che, stando ai media americani, avrebbero espresso il timore di un attacco portato da uno dei membri delle forze di sicurezza. Timore che ha spinto l'Fbi ad effettuare dei controlli su tutti i membri della Guardia Nazionale dispiegati.

I militari esaminano regolarmente i membri della Guardia Nazionale per verificare possibili collegamenti  con gruppi estremisti, ma lo screening aggiuntivo dell'Fbi non fa parte delle procedure standard. Il Segretario dell'Esercito Ryan McCarthy ha detto all'Associated Press che gli ufficiali sono consapevoli della potenziale minaccia, e ha avvertito i comandanti di stare in guardia per qualsiasi problema tra le loro fila all'avvicinarsi dell'inaugurazione. Finora, tuttavia, lui e altri leader dicono di non aver visto alcuna prova di minacce. Altri funzionari hanno detto che i controlli effettuati finora non hanno evidenziato alcun problema.

David Gomez, un ex supervisore della sicurezza nazionale dell'Fbi a Seattle, ha detto alla Associated Press che il controllo dell'Fbi consiste nell'inserimento dei nomi delle persone nei database del bureau per vedere se viene fuori qualcosa di allarmante, come ad esempio il coinvolgimento in indagini precedenti o preoccupazioni legate al terrorismo. 

Le minacce interne sono state una priorità persistente delle forze dell'ordine negli anni successivi agli attacchi dell'11 settembre 2001. Ma nella maggior parte dei casi le minacce provengono da insorti locali radicalizzati da al-Qaeda, dallo Stato islamico o da altri gruppi simili. In questo caso invece le minacce contro Biden sono state alimentate dai sostenitori del presidente Donald Trump, dai militanti di estrema destra, dai suprematisti bianchi e da altri gruppi radicali.

Rafforzata anche la sicurezza in tutti i 50 Stati. Nel fine settimana alcune decine di persone hanno protestato fuori dal Campidoglio a Lansing, capitale del Michigan. Tra loro alcuni membri armati di un gruppo antigovernativo e vari sostenitori di Donald Trump. Stesse scene in Ohio: anche qui diversi gruppi armati si sono radunati per protestare davanti agli edifici governativi.

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