L'economia del Dragone avanza nonostante il Covid

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Di Paolo Alberto ValentiANSA
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Stando agli ultimi dati l'economia cinese è cresciuta più lentamente rispetto agli ultimi quattro decenni, ma resta l'unica grande economia ad aver continuato l'espansione nel 2020

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Dopo una solida crescita del 4,9% nel terzo trimestre 2020 l'economia cinese è cresciuta del 6,5% nell'ultimo trimestre dello scorso anno ha concluso il 2020 con una progressione del 2,3%.  Già nel secondo trimestre dell’anno, quando tutti erano in lockdown, la Cina aveva ripreso a correre facendo segnare una sorprendente progressione del +3,2%. I dati corrispondono sostanzialmente con quelli dell'ufficio nazionale di statistica cinese. In una recente conferenza stampa uno dei suoi dirigenti ha confermato il trend piuttosto positivo.

Una buona ripresa

"La nostra economia ha una base per proseguire nella ripresa. Sebbene siano in campo molte misure che impediscono al coronavirus di attecchire di nuovo nel nostro paese, rimangono invariate le prospettive positive a lungo termine per la nostra economia, lo si puo' dimostrare": ha spiegato Ning Jizhe, Direttore dell'Istat di Pechino.

La resilienza della Cina

La resilienza della Cina è stata notevole tuttavia a Shijiazhuang, il capoluogo della provincia di Hebei, sono stati registrati 52 casi di Coronavirus a partire dal 2 gennaio. 12 si sono risolti favorevolmente ma c'è stato un decesso.

Una via di uscita, la BRI

La Belt and Road Initiative (BRI) svolgerà un ruolo sempre maggiore nel far uscire i Paesi e le regioni dalle difficoltà economiche causate da COVID-19. Lo evidenzia un rapporto pubblicato dalla più grande agenzia di rating cinese, China Chengxin International Credit Rating edalle sue controparti straniere RAEX-Europe e VIS.

Secondo il rapporto, la pandemia metterà ulteriormente in evidenza l'importanza strategica della BRI, che emergerà come una forza trainante ancora più potente per il commercio e gli investimenti.

La Cina ha avuto legami commerciali e di investimento più stretti con i Paesi della BRI durante la pandemia di COVID-19. I dati ufficiali mostrano che nel 2020 gli scambi esteri della Cina con i Paesi della regione BRI sono cresciuti, arrivando a un totale di 9.370 miliardi di yuan (circa 1.450 miliardi di dollari), un incremento dell'1% anno su anno.

L'egemonia in Asia guardando all'Europa

Il rapporto prevede che la Cina godrà di maggiori legami con i Paesi dell'Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN) e dell'Unione Europea (UE) dopo aver siglato il Regional Comprehensive Economic Partnership e la conclusione dei negoziati per l'accordo sugli investimento con l'UE.

Il rapporto sottolinea che la nuova domanda generata dall'epidemia ha spinto la cooperazione tra Cina e ASEAN a rivolgersi gradualmente verso una filiera industriale a più alto valore aggiunto, soprattutto nei settori dell'economia digitale come l'e-commerce, le smart city, i big data e il 5G, aggiungendo che l'espansione della filiera industriale creerà nuove opportunità di cooperazione.

Grandi aperture verso l'Europa

Sono previsti legami economici più stretti tra Cina e UE, una volta che l'accordo bilaterale sugli investimenti sarà firmato e implementato. Secondo le previsioni del rapporto, le industrie più importanti da cui proverranno gli investimenti dell'UE in Cina saranno quella automobilistica, bancaria e assicurativa, assieme a quelle degli ospedali privati e delle biotecnologie.

Secondo il rapporto, anche l'Asia centrale e l'Asia meridionale potrebbero beneficiare di una maggiore cooperazione con la Cina nell'era post-epidemica, in settori quali la costruzione di infrastrutture, l'energia, l'agricoltura e i trasporti.

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