In cima all'agenda del semestre di presidenza portoghese dell'UE ci saranno le misure sociali per un equo accesso al mercato del lavoro. E poi l'economia verde, la digitalizzazione e il rafforzamento delle relazioni con l'Africa
La Germania passa il testimone al Portogallo, che dal 1 gennaio assumerà la presidenza di turno dell'Unione europea. Le priorità del Paese sono riassumibili nel motto scelto: "È tempo di agire: per una ripresa giusta, verde e digitale".
Giusta perché dovrà puntare sulle misure sociali, che garantiscano pari opportunità e condizioni dignitose nel lavoro. Si tratterà di proseguire il cammino intrapreso nel 2017, con l'adozione da parte dell'Unione dei 20 principi di equità del Pilastro europeo dei diritti sociali e con il nuovo strumento SURE a sostegno della disoccupazione, approvato in piena pandemia da Covid-19.
Prevedibile l'attenzione ai temi socio-economici da parte del governo del socialista António Costa, riconfermato per un secondo mandato, nell'ottobre 2019, per aver saputo risanare i conti pubblici, diminuire la disoccupazione e aumentare la spesa sociale.
Lo ha ribadito il ministro degli Esteri portoghese, Augusto Santos Silva: "Il valore aggiunto che portiamo, per quanto riguarda gli affari interni sarà un'attenzione all'Europa sociale. Per quanto riguarda le questioni estere, riprenderemo il dialogo politico ed economico con l'India, e riserveremo particolare attenzione alle relazioni con il continente più vicino e complementare a noi, l'Africa".
A questo proposito verrà organizzato un summit intercontinentale Europa-Africa. Il Ministro sottolinea che bisognerà affrontare la questione del dopo accordo di Cotonou, in scadenza alla fine dell'anno: un'intesa per il partenariato dell'Unione con i Paesi in via di sviluppo di Africa, Caraibi e Pacifico.
Infine il motto portoghese si impegna a favorire la ripresa verde e digitale, in ottemperanza ai principi del Green deal, l'ambizioso piano della Commissione Von der Leyen, che punta a rendere sostenibile l'economia europea e a raggiungere la neutralità climatica - ovvero un equilibrio tra emissioni e assorbimento di carbonio - nel 2050.
Il Portogallo assume la presidenza UE per la quarta volta, dopo l'ingresso nel blocco europeo nel 1986.