Perle di vetro: Italia e Francia insieme per la candidatura Unesco

La tradizione delle perle in vetro
La tradizione delle perle in vetro Diritti d'autore AP Photo
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Di Stefania De Michele
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Da Venezia a Nevers: l'asse italo-francese della tradizione delle perle di vetro sul tavolo dell'Unesco per il riconoscimento a patrimonio immateriale dell'umanità

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Il talento, quello vero, non conosce rivalità o beghe di campanile. Come nel caso della candidatura congiunta Italia-Francia per il riconoscimento dell'Arte delle Perle di Vetro nella lista del Patrimonio culturale immateriale dell'Unesco: un dossier transnazionale su cui il Comitato dell'Organizzazione delle Nazioni Unite deciderà entro il 19 dicembre.

Ermelinda Damiano, presidente del Consiglio comunale di Venezia, auspica che la candidatura, supportata dall'amministrazione lagunare, incontri il favore del Comitato intergovernativo dell'Unesco: "Speriamo che la proposta abbia successo - dice - anche in considerazione del fatto che il 25 marzo del 2021 ricorrono i 1600 anni della nascita di Venezia. Speriamo quindi di poter festeggiare entrambi gli eventi".

La tradizione veneziana delle perle di vetro

In Italia i punti focali di questa lavorazione sono nel cuore della laguna veneziana, a Cannaregio, riconosciuto luogo di perlere, e Castello, luogo delle "impiraresse" (professione esclusivamente femminile che consiste nella produzione di collane e monili di perle. Il lavoro della impiraressa consiste nell’infilare piccole perle di vetro, dette conterie) mentre Murano è il sito delle fornaci da cui si parte per la produzione delle perle.

La leggenda vuole che già Marco Polo, di ritorno dai suoi viaggi in Asia, perorasse la causa delle perle in vetro per avviare un fiorente commercio con le popolazioni d'Oriente. Gli stessi artigiani che realizzavano queste perle creavano anche i cosiddetti paternostri, i grani del Rosario, acquistati in gran numero dai pellegrini cristiani che si fermavano a Venezia sulla via per Gerusalemme.  

La candidatura congiunta Italia-Francia

Sin dal tardo medioevo la Francia, che dai vetrai della Serenissima ha appreso i segreti del mestiere, ha fatto sua la tradizione del vetro. Al punto che la citta di Nevers diventa nel XVII secolo una piccola Murano francese. Da allora si viaggia vicini: la candidatura all'Unesco è solo l'ultimo atto.

La XV sessione del Comitato intergovernativo per la salvaguardia del Patrimonio culturale immateriale si svolgerà in modalità online dal 14 al 19 dicembre 2020. 

La sessione comprenderà l’esame delle candidature alla Lista rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale. Per l’Italia si tratta dei dossier transnazionali “L’Arte delle perle di vetro” (con la Francia) e “L’arte musicale dei suonatori di corno da caccia” (con Belgio, Francia, Lussemburgo).

È il Comitato per la Salvaguardia dell’Arte delle Perle di Vetro Veneziane ad aver assunto e promosso l’iniziativa di avviare il percorso di candidatura alla Lista Rappresentativa istituita dalla Convenzione Unesco per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale.

Il processo, cui la Regione ha dato il proprio supporto istituzionale con Deliberazione di Giunta Regionale n. 187 del 22 febbraio 2019, si configura come una proposta binazionale, con l’Italia capofila, sotto il coordinamento del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, e la partecipazione in partenariato della Francia.

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