All'inizio teorico della stagione, la questione sull'amletico dubbio circa l'avvio degli sport invernali è la nuova grande controversia europea
Sciare in corso di pandemia, un rischio calcolabile o completamente irresponsabile?
All'inizio teorico della stagione, la questione sull'amletico dubbio circa l'avvio degli sport invernali è la nuova grande controversia europea.
L'Italia e la Germania sono fermamente contrarie all'apertura, l'Austria e la Svizzera si aggrappano invece al business natalizio.
Nella stazione sciistica di Les Diablerets, nel Cantone elvetico di Vaud, il concetto di sicurezza è finalizzato a prevenire le infezioni: sono ammesse solo 80 persone, invece di 125.
"Questa funivia è abbastanza grande da trasportare 125 persone - dice Bernhard Tschannen, Amministratore delegato di Glacier3000 - abbiamo limitato l'accesso a 80 persone in modo che si sentano al sicuro, tutte le finestre rimangono aperte, il viaggio dura solo sei minuti, gli ospiti devono indossare la mascherina: caso contrario, l'accesso è negato".
Il Ministro elvetico della Sanità, Alain Berset, vuole incrementare le misure di protezione durante le vacanze: il numero di sciatori deve essere limitato, i ristoranti e le baite devono chiudere alle 15.
Gli operatori delle Ferrovie montane protestano, ma la pressione degli altri Paesi europei è grande: secondo i media elvetici, Berset è in trattativa con il capo del Governo italiano e il Cancelliere tedesco.
Anche la Francia è contraria a una piena operatività già per il periodo natalizio: lì le piste sono aperte, gli impianti di risalita però chiusi, il che potrebbe limitare l'afflusso.