Budapest e Varsavia pronte a bloccare il Recovery Fund per salvare le leggi ultra-conservatrici

L'asse Budapest-Varsavia fa muro contro la condizione posta dall'Ue sul rispetto dello Stato di diritto in cambio degli aiuti europei del Recovery Fund, il cosiddetto "Meccanismo sullo Stato di diritto." I due governi confermano l'intenzione di porre il veto per bloccare il bilancio europeo dei prossimi sette anni.
Viktor Orbán e Mateusz Morawiecki, rispettivamente primi ministri di Ungheria e Polonia, si sono incontrati nella capitale ungherese e hanno stabilito che nessuno dei due Paesi accetterà un accordo separato con l'Ue se le proposte di Bruxelles non soddisferanno anche l'alleato.
Nella conferenza stampa congiunta, il Capo dell'esecutivo di Varsavia ha affermato:
"Non è questo il modo. Sono metodi che portano alla disgregazione e alla frattura dell'Unione Europea. Noi vogliamo evitarlo. Così respingiamo certe logiche"
Anche i Magiari dicono no a quello che essi considerano una sorta di ricatto che impone concessioni sullo Stato di diritto barattate con gli aiuti economici di Bruxelles per uscire dalla crisi economica della pandemia.
Il Primo ministro ungherese, Viktor Orbán ha infatti a sua volta detto:
"non si può collegare il dibattito sullo Stato di diritto con l'urgenza della gestione della crisi economica. Chiunque metta insieme le due cose è un irresponsabile, perché durante una crisi c'è bisogno di prendere delle decisioni rapide."
La Commissione Ue, il Consiglio degli Stati membri e l'Europarlamento hanno condannato le legislazioni ultra-conservatrici adottate dalle maggioranze politiche al potere in Ungheria e Polonia. Secondo Bruxelles, alcuni provvedimenti normativi approvati dai due Paesi minano le libertà fondamentali delle minoranze, fino a imporre preoccupanti restrizioni alla libertà d'espressione.
Le istituzioni europee hanno avviato misure sanzionatorie lievi contro i due Paesi. Ma ora Bruxelles minaccia di aumentare la pressione attraverso un blocco degli aiuti economici se Magiari e Polacchi non faranno marcia indietro su quelle che sono considerate violazioni dei principi fondamentali e dei valori dell'Unione Europea.