Si prospetta una sfida all’ultimo voto tra filo russi e pro-europei nel Paese economicamente più povero d'Europa
In Moldavia si tiene il ballottaggio per le presidenziali: Igor Dodon ha tenuto il suo comizio finale davanti a centinaia di sostenitori nella capitale Chisinau. Pronto alla sfida finale con Maia Sandu.
Il Presidente uscente, apertamente filo-russo, che ha ottenuto solo due punti percentuali in meno, ha rilanciato attacchi a tutto campo contro la candidata filoeuropea del Partito Azione e Solidarietà.
La sfidante, che nel primo turno ha ottenuto una vittoria risicata con il 35%, ora si gioca tutto. I volontari del partito di Maia Sandu hanno distribuito volantini e cercato di convincere gli ultimi indecisi.
Maia Sandu, che fin da subito ha denunciato irregolarità nel voto del primo novembre, ha sottolineato quelli che saranno i suoi prossimi passi, se dovesse essere eletta alla presidenza, partendo dalla alla corruzione e alla riforma della giustizia. I suoi cavalli di battaglia da sempre.
"Ci sono molte persone che vogliono andarsene - ribadisce Sandu - vivono ancora qui ma vogliono andare via perché non vedono un futuro in Moldova: ecco perché vogliamo cercare di dimostrare a queste persone che si può avere un Governo decente, e un'amministrazione che potrà risolvere i problemi di base in modo da ridare fiducia ai cittadini”.
L'economia langue
La Moldavia è il Paese più povero d'Europa in termini economici, registrando investimenti e Prodotto Interno Lordo pro capite inferiori rispetto alle vicine Ucraina o Bielorussia.
Circa 1/3 dei moldavi ha lasciato il Paese a far data dalla crisi finanziaria russa del '98: a quel tempo, il 60% delle esportazioni moldave dipendeva dal mercato russo.
Ora sono le esportazioni verso l'Unione europea a dominare, mentre quelle verso la Russia rappresentano meno del 10% del totale.
"Con l'accordo sulla zona di libero scambio - afferma Peter Michalko, Ambasciatore dell'Unione europea in Moldavia - le esportazioni moldave verso l'Unione sono aumentate e oggi rappresentano circa i due terzi del totale".
L'atto finale
Entrambi i candidati alla presidenza promettono di voler trasformare la Moldavia in un Paese migliore e più ricco.
Maia Sandu punta su legami più stretti con l'Unione europea, senza tralasciare quelli storici con la Russia, mentre il Presidente uscente Dodon mira a rafforzare l’intesa con Mosca, senza tuttavia perdere di vista l’amicizia con Bruxelles.