Questo martedi' 10 novembre molti professori in Francia hanno chiesto al governo migliori misure per contrastare l'epidemia di coronavirus
All'indomani dell'annuncio di laboratori Pfizer e BioNtech che dichiarano di essere in possesso di un vaccino con un'efficacia del 90%, la speranza si diffonde. Ma anche la rabbia. In Francia, diversi sindacati hanno chiesto uno "sciopero della salute" e pretendono un rafforzamento del protocollo sanitario negli istituti. Questo martedi' l'8,78% del corpo docente alle elementari e il 10,36% nella scuola secondaria, secondo fontio del Ministero della Pubblica Istruzione, hanno aderito alla protesta.
La rabbia monta nelle scuole dell'esagono. Anche gli studenti hanno bloccato diversi istituti superiori per protestare contro misure sanitarie ritenute insufficienti. Malgrado la superficialità di cui vengono accusati, anche i giovani ormai, soprattutto in città come Lione, hanno capito che le scuole possono essere dei focolai del virus e che quel virus gli stessi studenti possono portarlo a casa e infettare i familiari.
Dallo scorso martedì, giorno successivo all'inizio dell'anno scolastico (il 2 novembre), gli studenti hanno manifestato in tutta la Francia davanti a collegi e scuole superiori per denunciare questo protocollo sanitario. Giovedì (5 novembre) si sono verificati di nuovo brevi blocchi a Parigi, in Haute-Corse o anche in Seine-et-Marne, senza incidenti. Mercoledì (4 novembre), gli studenti avevano bloccato il liceo Paul Eluard a Saint-Denis (Seine-Saint-Denis) per domandare l'istituzione di un protocollo sanitario.
Diversi sindacati chiedono da settimane un rafforzamento delle regole e l'accoglienza di studenti in numero ridotto, attraverso un sistema di rotazione, e hanno depositato avvisi di sciopero. "È inaccettabile che siamo tornati a scuola nelle stesse condizioni sanitarie di settembre, mentre il virus circolava molto meno allora", ha denunciato Sophie Vénétitay, vice segretario generale di Snes-FSU, primo sindacato dei professori di licei. La sua organizzazione sollecita con urgenza "il passaggio ai semigruppi", la "riorganizzazione della mezza pensione", il "reclutamento di agenti per pulire ulteriormente le stanze" e in generale più mezzi per gli istituti.
Il ministro della Salute, Olivier Véran, aveva stimato domenica, in un'intervista al Journal du dimanche, che fosse "possibile" che le scuole superiori chiudano se le misure prese in questi giorni per frenare l'epidemia non dovessero dimostrarsi " sufficientemente efficaci ", qualcosa di inviso a molti visto che la scuola a distanza non ha, secondo il corpo docente, lo stesso valore di quella con gli allievi presenti in persona nelle classi.