Francia-Turchia: lo scontro si sposta sull'insidioso terreno satirico

Francia-Turchia: lo scontro si sposta sull'insidioso terreno satirico
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Di redazione italiana
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Ankara prende la palla al balzo per aprire un'inchiesta giudiziaria. Le antipatie e rivalità tra i due Paesi però non sono recenti

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Il braccio di ferro tra Francia eTurchia si trasferisce sul terreno scivoloso delle vignette satiriche e a farlo sono le abili mani mani dei vignettisti di Charlie Hebdo che anche stavolta ci vanno pensante.

Ankara definisce le vignette volgari e scurrili, l'interessato, il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan tiene botta e reagisce così:   "La mia tristezza e rabbia non derivano dal disgustoso attacco alla mia persona, ma dal fatto che la stessa (pubblicazione) è la fonte dell'attacco impertinente al mio caro Profeta, la pace sia con lui".

Ma non finisce qui,  la Procura di Ankara ha annunciato l'apertura di un'inchiesta nei confronti di giornalisti del settimanale per "insulti al Capo dello Stato".

Già lunedì Erdogan aveva chiesto il boicottaggio dei prodotti francesi.

Nei giorni scorsi invece, il presidente francese Emmanuel Macron aveva richiamato il suo ambasciatore dopo le parole di Erdogan che criticandolo per le parole nei confronti del settarismo musulmano gli chiedeva  di fare una visita psichiatrica.

L'elemento scatenatore dell'attuale crisi

Macron all'indomani dell'assassinio del professore Samuel Paty per mano di un 18 fondamentalista aveva dichiarato di difendere la libertà di pubblicare vignette su Maometto e di combattere il separatismo islamico.

L'Eliseo ha deciso di prendere nuove misure contro l'influenza  dell’islam politico in Francia al fine di riconquistare quei “territori perduti” in cui sono venuti meno i valori fondanti della Francia.

Parole che hanno suscitato forti critiche del mondo islamico e di una parte della comunità musulmana francese, secondo cui le misure sarebbero discriminatorie nei confronti dell’islam e comunque inadeguate ad affrontare le reali cause del problema.

Il presidente turco è stato il primo a rivolgersi al presidente francese dicendogli di mancare di rispetto all'Islam quando afferma che si tratta di una religione in crisi.

Erdogan ha anche accusato il suo omologo francese di velleità colonialiste e dopo l'uccisione di Samuel Paty,  ha lasciato le parole di cordoglio al suo ambasciatore mentre in un discorso televisivo Erdogan si è chiesto quale fosse «il problema dell’individuo chiamato Macron con l’Islam e con i musulmani» e ha affermato che il presidente francese ha bisogno di «perizie psichiatriche» in quanto «ossessionato da Erdogan giorno e notte».

Con la Francia si è schierata compatta l'Europa. Il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas, la Germania è presidente di turno dell'Unione per questo semestre, ha definito inaccettabili le parole di Erdogan e ha assicurato che la Germania “sta con gli amici francesi” soprattutto “nella lotta contro gli estremisti islamici”.

Lontananze rivelatrici

Parigi e Ankara sono lontane da tempo, per restare ai fatti più recente basti ricordare che la Francia si è schierata per prima a fianco della Grecia nella disputa sulle esplorazioni petrolifere da parte di navi turche nelle acque greche;  le divergenze ci sono anche nel conflitto nel Nagorno-Karabakh, con Parigi che sostiene le ragioni armene e Ankara quelle azere, e ovviamente affondano le radici in tempi più lontani.  Francia e Turchia sono lontane anche sul  fronte libico, con Macron che sostiene il generale ribelle Khalif Haftar e Erdogan che è schierato con il governo riconosciuto dall'Onu di Fayez al-Sarraj.

Da ultimo biosgna ricordare anche la feroce opposizione di Nicolas Sarkozy, presidente francese dal 2007 al 2012, all'ingresso eventuale di Ankara nell'Unione europea, un'opposizione che forte del sostegno tedesco ha di fatto rallentato e alla fine impantanato il processo di adesione turco.

Processo inchiodato alle parole partenariato privilegiato che hanno lasciato un sapore amaro nella bocca del presidente turco.

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