Controllo biometrico aeroportuale: ora c'è pure l'app ma restano i dubbi sulla privacy

Controllo biometrico aeroportuale: ora c'è pure l'app ma restano i dubbi sulla privacy
Diritti d'autore OLIVIER CHASSIGNOLE/AFP or licensors
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Di Guillaume Petit
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All'aeroporto di Lione i controlli biometrici, in via sperimentale, vengono fatti da due compagnie anche tramite app. Tanti i dubbi sulla privacy anche se le normative europee e nazionale sono stringenti

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Accorciare le code all'aeroporto, evitare di mostrare i documenti più di una volta e, in tempi di covid-19, se positivi evitare di contagiare un operatore. 

Sarebbero i vantaggi dei controlli biometrici aeroportuali, un sistema usato con molta più prudenza in Europa rispetto ad altri continenti, leggi Asia e Stati Uniti. Lo spettro della violazione della privacy aleggia, sebbene la normativa europea sull'uso di questi dati sia stringente.

In Francia ora il riconoscimento biometrico c'è pure all'aeroporto di Lione, tramite app sul proprio telefonino, ma con prudenza: due compagnie, in via sperimentale per 6 mesi. Il sistema si chiama Mona. I documenti non si mostrano più, salvo al controllo frontaliero o se non si vuole usare la nuova tecnologia. 

L'autorità francese per la protezione dei dati è ancora piuttosto preoccupata dall'idea di implementare il riconoscimento facciale nei servizi pubblici francesi ma ha dato la sua approvazione a questo sistema dopo aver fornito alcune raccomandazioni. Non sarà obbligatorio, quindi puoi ancora mostrare i tuoi documenti di viaggio alla vecchia maniera, ma l'obiettivo è espandere i controlli biometrici.

L'attenzione delle autority nazionali è massima e anche la normativa europea è stringente: i dati biometrici non possono essere usati se non in rare eccezioni, e i detrattori si chiedono allora perché raccoglierli...

Tuttavia scopo degli scali europei è colmare il gap con scali esteri molto più attrezzati. Parigi guarda alle olimpiadi del 2024 come occasione per sviluppare ulteriormente anche il riconoscimento biometrico aeroportuale sebbene a Roissy abbia spesso allungato le code, anziché accorciarle (difficile la manutenzione delle macchine, presenza comunque importante della polizia ecc..). In Francia, poi, i sindacati di polizia spingono perché gli agenti restino a controllare le frontiere. Come finirà? Con l'arrivo in ritardo di una tecnologia che imperversa già ovunque e che proprio nell'ultimo anno, con il coronavirus, è stata usata in tanti altri settori ad esempio il controllo facciale per vedere se si indossa la maschera e il controllo della distanza fisica tra le persone.

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