Francia: battaglia per l'acqua a Volvic

Il sito di estrazione della Volvic in Auvergne (Archivio 2009)
Il sito di estrazione della Volvic in Auvergne (Archivio 2009) Diritti d'autore THIERRY ZOCCOLAN/AFP
Diritti d'autore THIERRY ZOCCOLAN/AFP
Di Raphaëlle Vivent e Gioia Salvatori
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

I piccoli imprenditori locali sono rimasti a secco; un collettivo per l'acqua bene comune punta il dito contro l'eccessivo pompaggio di Volvic (gruppo Danone) e la siccità

PUBBLICITÀ

Probabilmente è la regione francese più nota per la sua acqua, l'Auvergne. Qui tra altipiani e vulcani spenti al centro sud dell'esagono, l'acqua potabile sgorga abbondante, o meglio sgorgava. 

Da qualche tempo infatti la siccità è diventata una minaccia grave per il territorio. Edouard de Féligonde è un piscicoltore titolare di un'impresa che vanta 3 secoli di tradizione, ha dovuto chiudere nel 2018 ma non è sicuro che la colpa sia solo del meteo. "Questa è la prima di tre sorgenti della proprietà si chiama sorgente della roccia, ed è completamente secca", denuncia.

La zona è la stessa in cui gruppo Danone attraverso una sua società estrae una nota acqua la Volvic, per quantità pari a 2,7 milioni di metri cubi all'anno. Quest'attività per Edouard è complice del suo fallimento e l'uomo ha denunciato sia la multinazionale che lo Stato francese che autorizza lo sfruttamento delle sorgenti. "A monte ci sono i pozzi. È lì che Volvic raccoglie l'acqua, è il pompaggio a causare il catastrofico calo del flusso nella mia proprietà. Il problema è che questa attività viene svolta senza alcuno studio di impatto e nella totale negazione dei diritti degli abitanti". 

Il collettivo per l'acqua pubblica

Ad essere preoccupati sono molti dei residenti della zona e non sono intenzionati a cedere. Hanno fondato un collettivo in difesa dell'acqua pubblica, sfidando apertamente i privati e invitando lo Stato a un maggiore controllo su un bene indispensabile. Jacky Massy è presidente dell'associazione Preva, attivista per l'acqua pubblica: "Vorremmo che lo Stato riprendesse il controllo e conducesse un'indagine per misurare lo stato di salute della falda freatica, per vedere se si ricarica correttamente e in modo sostenibile. Se così non fosse, dovremmo immaginare, insieme allo Stato e a tutti gli attori, uno stile di vita più sostenibile. Anche se significa rivedere i consumi e i pompaggi di tutti". 

Da parte sua la società delle acque Volvic è aperta al dialogo ma dice di fare già molti sforzi dato che l'acqua diminuisce e il commercio è importante. Cathy Le Hec, responsabile delle politiche di protezione della fonte di Danone, spiega che "l'evoluzione di questa risorsa idrica è monitorata costantemente. Rispetto alla nostra autorizzazione, siamo circa il 10% al di sotto del nostro diritto di pompaggio e durante gli ultimi periodi estivi, abbiamo ridotto la quantità di acqua prelevata dal 10 al 16 % ". 

La siccità, si sa, scatena guerre e provoca esodi, in Auvergne, nel loro piccolo, gli abitanti hanno ingaggiato la loro battaglia contro un gigante del commercio.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Parigi: la polizia sgombera decine di migranti davanti all'Università Sorbona

Europee, i conservatori francesi fanno campagna elettorale sull'immigrazione al confine italiano

Francia e Regno Unito festeggiano 120 anni di cooperazione: simbolici cambi della guardia congiunti