Attacco di Parigi, ministro degli Interni: "La minaccia terroristica è reale"

Il ministro degli Interni francese Gérald Darmanin
Il ministro degli Interni francese Gérald Darmanin Diritti d'autore Bertrand Guay/Pool via AP
Di Euronews
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Resta in stato di fermo il presunto autore, Hassan A., ma sorgono dubbi sull'identità data alla polizia

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72 ore dopo l'attacco con mannaia a Parigi, nei pressi della vecchia sede del giornale satirico Charlie Hebdo, sei persone sono ancora in custodia cautelare. Due perquisizioni sono state condotte nell'hinterland parigino e al 18enne Hassan A., che ha rivendicato l'attacco e sul quale ci sono dubbi sull'identità dichiarata, è stato prorogato di 48 ore lo stato di fermo. In custodia anche i suo tre ex coinquilini, suo fratello e un conoscente. 

Arrestato venerdì poco dopo l'attacco alla Bastiglia, il pakistano pensava che Charlie Hebdo fosse ancora nei locali dell'11esimo arrondissement, teatro nel 2015 dell'attentato di matrice islamica, del quale si sta svolgendo proprio in questi giorni il processo.

Il ministro degli Interni francese, Gérald Darmanin, ha voluto ricordare alla popolazione la realtà della minaccia terroristica: "Vorrei far notare che ci sono stati 32 attacchi sventati, cioè circa uno al mese, negli ultimi tre anni", ha detto.

Cronaca dell'attacco

Sono le 11.45 di venerdì mattina quando il diciottenne si aggira incerto, guardandosi intorno, in rue Nicolas Appert.

Al numero 6 c'era l'ingresso della redazione di Charlie Hebdo, dove i fratelli Kouachi fecero irruzione e uccisero 12 persone. Nelle stesse ore, a qualche chilometro di distanza, al palazzo di Giustizia è in corso il maxiprocesso ai fiancheggiatori dei due killer e del loro complice Amedy Coulibaly, che due giorni dopo la strage di Charlie Hebdo ne compirà un'altra, nel supermercato Hypercacher. All'inizio del processo, il 2 settembre, la redazione del giornale ha ripubblicato le vignette con le caricature di Maometto finite nel mirino degli integralisti islamici, scatenando nuove minacce da parte di al Qaida.

Dal portone dell'immobile al n.6 escono un uomo e una donna, di 36 e 28 anni. Sono dipendenti della produzione di un'agenzia di stampa, Premières lignes. I due sono in pausa, escono per fumare una sigaretta. Dopo pochi istanti - raccontano i testimoni - si odono grida e qualcuno si affaccia alla finestra: l'uomo, zoppicante e insanguinato, viene inseguito da un forsennato con una mannaia in mano, tenta di ripararsi, finisce disteso su un prato vicino, con la gamba gravemente ferita. La donna grida disperata, con una ferita alla testa e il sangue che le cola sul viso. La polizia e i soccorsi arrivano in pochi minuti, i due vengono trasportati in ospedale alla Pitié-Salpetrière, ma la donna viene successivamente trasferita al Pompidou. Sono gravi ma non in pericolo di vita.

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