Il Covid-19 potrebbe dare un'inattesa spinta al settore bio spagnolo

Il Covid-19 potrebbe dare un'inattesa spinta al settore bio spagnolo
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Di Camille Bello
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I consumatori europei sono cercano sempre più prodotti di qualità e salutari. I produttori spagnoli cercano di cavalcare la tendenza.

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Secondo dei ricercatori la crisi del Covid-19 sta spingendo i consumatori dell'Ue ad acquistare prodotti alimentari più sani e di miglior qualità. Un rapporto redatto da McKinsey sembra rivelare che la pandemia sta influenzando le abitudini alimentari degli europei, che stanno modificando la propria dieta per concentrarsi maggiormente su benessere e sostenibilità.

Un atteggiamento che si riflette in un'impennata nella vendita di prodotti biologici. La produttrice spagnola di olio d'oliva bio María Miró Arias lo conferma: le sue vendite online e private hanno visto un aumento di oltre il 40 per cento negli ultimi mesi. E aggiunge che probabilmente finirà le sue scorte quasi quattro mesi prima del previsto.

"Voglia di mangiare più sano"

"Penso che ci sia una maggiore consapevolezza del prodotto locale, oltre a una maggiore empatia nei confronti dei piccoli negozi e un interesse più pronunciato nei confronti dei prodotti bio - ipotizza Miró Arias. - I consumatori vogliono prendersi più cura di sé e vogliono mangiare più sano"

In piena espansione anche Las Pencas, un'azienda agricola ecologica che si trova nel sud della Spagna. "Fa quasi paura vedere a che velocità sta crescendo - dice la responsabile Serafina Donatella Zanca. - Credo che alla gente sia venuta voglia di mangiare più sano di fronte a quel che stava accadendo".

Gli agricoltori spagnoli potrebbero essere particolarmente avvantaggiati. in questa corsa a prodotti sani. La Spagna è infatti uno dei principali paesi esportatori dell'Unione europea ed è anche il paese europeo con la proporzione più alta di terreni destinati all'agricoltura biologica.

Il crescente entusiasmo per un'alimentazione più sana si fa sentire in tutto il settore. Secondo Joan Mir, amministratore delegato di una delle maggiori cooperative agroalimentari del paese, Anecoop, si è constatato un aumento significativo dei prodotti percepiti come alimenti che fanno bene al sistema immunitario, come gli agrimu e alcune verdure.

"In Spagna ci sono le condizioni agronomiche per sviluppare la produzione bio"

Le esportazioni di frutta e verdura fresca dalla Spagna sono aumentate del 3,6 per cento tra febbraio e marzo, secondo i dati doganali del ministero spagnolo dell'economia.

Il paese ha anche registrato una crescita del 12 per cento nel consumo di prodotti bio durante i mesi di marzo e aprile rispetto agli stessi mesi del 2019, secondo Álvaro Barrera, presidente di Evocalia, un'associazione professionale spagnola ccomposta da produttori di alimenti biologici.

Barrera sostiene che la Spagna sta diventando un attore centrale in un'Europa sempre più verde: "Il fatto che la Spagna sia leader nella produzione bio in Europa non è un caso: godiamo delle condizioni agronomiche per svilupparla", afferma.

Serafina Donatella Zanca aggiunge che anche le uova biologiche della sua azienda agricola sono state molto richieste: "È chiaro che c'è una maggiore consapevolezza e un maggiore interesse a tracciare il percorso dal produttore alla tavola. Questo è il futuro e gli spagnoli lo sanno".

Il duro colpo della chiusura dei ristoranti

Ma se alcuni produttori bio hanno potuto approfittare della situazione, altri hanno sofferto degli effetti della pandemia.

Rosa Vañó è la proprietaria di Castillo de Canena, un'azienda produttrice d'olio d'oliva nel sud della Spagna. L'80 per cento della sua attività dipendeva dalle vendite ai ristoranti. E quando i ristoranti europei sono stati costretti a chiudere a causa del confinamento, le sue vendite hanno subito un crollo.

"È chiaro che c'è stato un cambiamento nelle priorità dei consumatori in Spagna e all'estero, con un'introspezione molto diversa da quella che avevamo prima del Covid-19 - sostiene. - Si sono instaurate nuove priorità che favoriscono il desiderio di consumare prodotti che siano identificabili, tracciabili, sani e biologici".

Vañó afferma che le motivazioni e le conoscenze dei consumatori sono cambiati, ma sono cambiati anche i canali d'acquisto: "E questa è stata la sfida più grande per noi", ammette.

Nuove opportunità

La pandemia ha accelerato l'utilizzo delle piattaforme digitali per l'acquisto di prodotti alimentari. La consegna online, click-and-collect e gli ordini contactless sono in crescita. Ma molte aziende, come quella di Vañó, non erano preparate per l'e-commerce.

"Abbiamo dovuto sviluppare una nuova strategia per essere più presenti sul mercato on line. Ora stiamo rafforzando in modo significativo la vendita al dettaglio e riducendo la nostra dpendenza dai ristoranti", spiega l'imprenditrice.

L'azienda sta anche diversificando la sua linea di prodotti: "Stiamo lanciando un nuovo olio extravergine d'oliva biologico arricchito, pensato per rafforzare il sistema immunitario e facilitare lo sviluppo cognitivo", rivela Vañó. Dopo 50 anni di produzione esclusiva di olio extravergine di oliva biologico, ora aggiungeranno anche miele a aceto biologico alla loro gamma di prodotti.

"Continueremo a garantire pratiche equo-sostenibili assicurando al contempo la tracciabilità, fondamentale in questo momento. I clienti vogliono sapere da dove viene quello che mangiano, come trattiamo la terra e i nostri prodotti: oggi le loro preoccupazioni vanno ben al di là della pratiche agricole", conclude.

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