Migranti esasperati dopo l'incendio del campo di Moria. Atene promette nuove sistemazioni sull'isola di Lesbo, ma loro mirano alla terraferma: "L'Europa non si volti dall'altra parte e ci accolga. Ne va della vita dei nostri figli"
grecia: appello dei migranti all'europa
Tensione alta sull'isola di Lesbo, dopo l'incendio che ha costretto all'evacuazione del campo di Moria. Esasperati da precarietà e assenza di prospettive, alcuni migranti che l'occupavano sono tornati a protestare e a reclamare una soluzione. Tentativo dei manifestanti è raggiungere il porto e accamparsi lì, per fare pressione su Atene e ottenere un trasferimento sulla terra ferma. Una soluzione che il governo però respinge.
In un campo provvisorio in via d'allestimento sull'isola sorgeranno presto 3.000 tende, in grado di accogliere una parte dei migranti. I primi trasferimenti sono in programma proprio in queste ore. "Vogliamo la libertà, non nuove sistemazioni - dice però ai nostri microfoni un richiedente asilo afgano. "Il mio appello alla comunità internazionale e all'Unione Europea - gli fa eco una sua connazionale - è di portarci via da qui al più presto. Smettete di girarvi dall'altra parte. C'è in palio la vita nostra e dei nostri figli. Se avessimo lasciato Moria appena due minuti più tardi, saremmo tutti morti carbonizzati".
Per molti, l'incendio del campo di Moria è stata insomma la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Aspirazione condivisa è voltare pagina, con una soluzione che ponga fine alla loro precarietà.Chiuso questo capitolo, vogliono ora il trasferimento sulla terra ferma e, agli stati membri dell'Unione Europea, chiedono di accoglierli e di fare prova di solidarietà.