La bufala che il fango e il sale del lago rosa di Kobeytuz curino la Covid-19, si è diffusa a tal punto che le autorità kazake hanno dovuto vietare l'accesso al sito, per evitare ulteriori danni all'ambiente naturale
Il lago di Kobeytuz, a est della capitale kazaka Nur-Sultan, è diventato un'attrazione da quando un paio d'anni fa le sue acque hanno cominciato a tingersi di rosa per la presenza di un'alga, la Dunaliella Salina.
Nell'ultimi mesi tuttavia la sua popolarità è cresciuta perché si è diffusa la voce, virale sui social, che il suo fondale contenga sostanze che possano curare la Covid-19.
Battal Ibrayev, vicecapo del locale distretto di Ereymentau, racconta: "Per qualche motivo la gente crede che questo fango e il sale proteggano dal coronavirus, nonostante non ci siano esperti che ne abbiano parlato o dati a questo riguardo. Viene prelevato e, secondo le informazioni a nostra disposizione, addirittura venduto".
L'affuenza al sito è stata tale che le autorità hanno dovuto chiuderlo il 24 luglio scorso, per evitare ulteriori danni all'ambiente naturale, stravolto dal massiccio intervento umano di questi mesi.
Le autorità inoltre mettono in guardia sulle conseguenze dell'uso del materiale proveniente dal lago, che se non scaccerà il virus potrà più probabilmente portare infezioni batteriche.
Il Kazakistan è stato duramente colpito dal virus. Secondo la Johns Hopkins University, i casi di contagio sono arrivati a 100164, i morti sono 1058.