Bielorussia, cuore sovietico o liberale? Lo dirà il voto

A ovest del fiume Bug, come i bielorussi chiamano l'Occidente, la domanda è se il periodo sovietico debba essere visto come occupazione oppure no.
La Bielorussia non ha una risposta univoca: quasi 30 anni dopo la scissione dall'Unione Sovietica, i ricordi del passato comunista sono ovunque. La rottura del Patto di Varsavia ha visto il Paese schiacciato tra Mosca a est e l'Unione europea a ovest.
Bielorussia al voto e a caccia della propria identità
Se il mito della fratellanza tra i popoli slavi dell'est (bielorussi, russi e ucraini) resta forte, le istanze di specificità montano all'ombra delle bandere rosse e bianche dell'opposizione. Il presidente Alexander Lukashenko preferisce i colori rosso e verde dell'era sovietica, come gran parte della storiografia ufficiale. Prima con Boris Yeltsin e poi con Vladimir Putin, i primi anni di presidenza di Lukashenko sono stati caratterizzati da legami molto stretti con la Russia. Certo, si tratta di un'alleanza di necessità perché la Bielorussia dipende da Mosca per l'approvvigionamento energetico, oltre ad avere con il vicino ingombrante importanti relazioni commerciali. Ma, al di là del bisogno, anche l'unione tra i due Stati è stata presa più volte in considerazione.
Minsk e il tentativo di emancipazione da Mosca
Più recentemente il rapporto con Mosca si è raffreddato. Minsk ha cominciato a guardare all'Unione europea e alla Cina con il progetto Belt and Road Initiative. Un'apertura costata al Paese l'interruzione delle esportazioni petrolifere da parte di Mosca il 1° gennaio 2020. Momentaneamente abortite le manovre di avvicinamento agli Stati Uniti, particolarmente critici riguardo all'arresto degli oppositori politici durante l'attuale campagna elettorale e al rifiuto di Minsk di permettere agli osservatori internazionali di monitorare le operazioni di voto.
Nel tweet di Amnesty International: "La Bielorussia deve fermare tutte le rappresaglie contro le donne politicamente attive. Firma la petizione".
Voto rurale e urbano: le due facce della Bielorussia
La contesa elettorale è aperta: la base di sostegno di Lukashenko si trova nella Bielorussia rurale e i suoi ultimi discorsi hanno cercato di unire il Paese attorno a una retorica dichiaratamente nazionalista. Resta da vedere se il presidente sia in grado di contenere la forza centripeta e liberale, che emana in particolare tra le popolazioni urbane.
La campagna elettorale ha confermato l'approccio autoritario dell'inquilino del Palazzo presidenziale, che ha messo il veto a diverse candidature e arrestato avversari politici.