In carcere lo storico russo Dmitriev scopritore delle fosse comuni dei Gulag

Yuri Dmitriev Victoria Ivleva/International Memorial
Yuri Dmitriev Victoria Ivleva/International Memorial Diritti d'autore AP Photo
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Di Paolo Alberto Valenti
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Accusato di molestie sessuali nei confronti di una minore lo storico russo Yuri Dmitriev, famoso per le sue ricerche sulla repressione di epoca stalinista, condannato a 3 anni e mezzo. Fra pochi mesi sarà libero

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Cade in disgrazia lo storico russo Yuri Dmitriev, famoso per le sue ricerche sulla repressione di epoca stalinista nonché direttore della sede della Carelia di Memorial (istituzione moscovita celebre nel mondo per la ricerca e lo studio delle repressioni politiche in URSS che ha repertoriato le storie di più di 4 milioni di detenuti nei Gulag). Un tribunale russo lo ha condannato a tre anni e mezzo di reclusione in quello che alcuni suoi fan considerano un controverso processo per "violenza sessuale".

"Violenza sessuale ai danni di una minore"

Il suo avvocato Victor Anoufriev avrebbe riferito ai giornalisti che il tribunale di Petrozavodsk ritiene il suo cliente colpevole di "violenza sessuale" ai danni della figlia adottiva e lo ha spedito in una colonia penale comunque non più di epoca sovietica.

Una condanna politica?

Secondo i sostenitori dello storico, la sentenza prende di mira il lavoro di Dmitriev. È noto che lo studioso ha scoperto in un bosco in Carelia le fosse comuni con i resti di migliaia di detenuti delle carceri staliniane. Il giudice russo non ha comunque accolto le richieste del pubblico ministero che chiedeva ben 15 anni di reclusione per il 64enne Dmitriev, che respinge ogni accusa. Inoltre per varie ragioni anche di natura anagrafica il condannato sconterà un periodo molto inferiore in carcere.

Un pregresso poco felice

Lo storico era stato arrestato per la prima volta nel 2016 con l'accusa di aver prodotto immagini pornografiche della figlia adottiva. Nel 2018 è stato poi assolto ma la Corte Suprema di Carelia ha successivamente annullato questa decisione due mesi dopo e ha ordinato un secondo processo, questa volta per "violenza sessuale contro un minore".

Il lavoro dello storico e i suoi sostenitori

Fra gli scoop di Dmitriev ci sarebbe la scoperta nel 1997 di una delle più grandi fosse comuni della Carelia, a Sandarmokh, dove sono stati rinvenuti i resti di 7000-9000 persone giustiziate in epoca stalinista. Si tratta di migliaia di persone di 58 nazionalità diverse, furono fucilate e sepolte in un periodo di 14 mesi, tra il 1937 e il 1938. Per i fan dello storico contro di lui si sarebbe creato una specie di accanimento giudiziario ingiustificato. Le due premi nobel, la scrittrice bielorussa Svetlana Alexievitch e la tedesca Herta Müller, hanno chiesto al Consiglio d'Europa di reagire. Secondo loro le scoperte di Dmitriev a Sandarmokh rappresenterebbero un vulnus per le autorità russe che avrebbero negletto parte della storia patria.

Cosa erano i Gulag

A distanza di anni in realtà restano abbastanza vaghe le cifre definitive dei morti nei Gulag sovietici il cui principio resta comunque lontano dalla logica di genocidio che ha ispirato la dinamica dei lager nazisti. I campi di lavoro in Russia esistevano già dal 1600 col nome di Katorga, dove si rinchiudevano i criminali comuni e gli oppositori politici anti-zaristi. Stalin venne internato in un Katorga tra il 1913-1917.

Gli anni difficili fra il 1930 e i primi anni Cinquanta

Secondo lo storico Carlo Felice Casula, esperto di storia comunista, dagli anni Trenta fino all'epoca della destalinizzazione cruscioviana si calcolano, in modo approssimativo, circa 15 milioni di reclusi nel Gulag con un totale di due milioni e mezzo di morti anche per ragioni legate alla malnutrizione, le condizioni dure di lavoro, le asprezze del clima, le malattie. Come in epoca zarista i Gulag non erano certo ubicati in località amene. I detenuti politici comuni erano circa il 25% dei condannati ai lavori forzati. Quindi la massa di coloro che finivano nei campi erano sostanzialmente detenuti comuni, persone senza fissa dimora, i renitenti alle attività lavorative, chi infrangeva le mille regole della rigida società sovietica.

Un documento non più classificato della CIA

Un documento della CIA datato 1957 intitolato “Campi di lavoro forzato in URSS: trasferimento di prigionieri tra campi” rivela informazioni sui Gulag sovietici diverse da quelle riscritte ad arte per fomentare la propaganda antisovietica nell'epoca della guerra fredda. L'analisi storica dell'impossibile parallelismo fra nazismo e comunismo prove alla mano ha definitivamente squalificato il primo ma non trova soluzioni criminali del tutto analoghe nel secondo. Questo senza nulla togliere al tragico affresco che Aleksandr Solzenicyn ha voluto narrare col suo Arcipelago Gulag in cui dal Circolo polare artico alle steppe del Caspio, dalla Moldavia alle miniere siberiane della Kolyma si rintraccia la miriade di "isole" del Gulag - cioè l'organismo che gestiva i campi d'internamento nell'Unione Sovietica per far funzionare i cantieri destinati alla realizzazione delle grandi opere pubbliche.

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