Sanzioni britanniche, Mosca non ci sta e annuncia una risposta adeguata

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Diritti d'autore Dmitry Astakhov/Sputnik
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Al più basso livello storico da anni, le relazioni russe-britanniche si sono deteriorate dopo tutta una serie di incidenti negli ultimi tempi

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E' giunta immediata la risposta di Mosca alle sanzioni del Regno Unito contro 49 persone e organizzazioni essenzialmente russe, ma anche saudite, nell'ambito di un nuovo meccanismo adottato per punire le violazioni dei diritti umani.

Mosca ha replicato: "La Russia si riserva il diritto di adottare misure di ritorsione in relazione alla decisione ostile del Regno Unito. Queste sanzioni sono un modo per esercitare pressioni su Stati sovrani".

Nella lista nera di persone e entità, i cui beni nel Regno Unito saranno congelati, ci sono tra gli altri 25 russi accusati di essere coinvolti nella morte dell'avvocato Sergei Magnitsky, risalente al 2009.

Si tratta delle prime sanzioni introdotte da Londra in modo indipendente dopo la Brexit. Il meccanismo è analogo a quello introdotto dagli Usa con la cosiddetta legge "Magnitsky" che dal 2012 ha vietato l'ingresso e congelato i beni e le attività di individui e entità accusati di violare i diritti umani.  Il ministro Dominic Raab, lunedì dichiarava: "Queste sanzioni sono uno strumento giuridico . Ci consentono di colpire gli autori di azioni che riteniamo illegali . I regolamenti ci consentiranno di imporre divieti di viaggio e blocchi di beni contro coloro che sono coinvolti in gravi violazioni dei diritti umani. Come, diritto alla vita minacciato dall'assassinio e dall'uccisione extragiudiziale. In secondo luogo, il diritto a non subire torture o pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti. E terzo, il diritto di essere libero dalla schiavitù, dalla servitù o dal lavoro forzato o obbligatorio.Possiamo colpire più facilmente chi facilita incita promuove o sostiene uno di questi crimini ".

Le relazioni diplomatiche tra Londra e Mosca sono ai livelli più bassi in seguito anche a tutta una serie di tensioni in questi ultimi anni, tra cui l'avvelenamento dell'ex agente Serguie Skripal e sua figlia a Londra  nel 2018.

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