Corrida, inchiesta della LAV: nel mirino il "marcio" morale, economico e sanitario

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Diritti d'autore LAV
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Di Cristiano TassinariLAV
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Una video-inchiesta molto approfondita della LAV (Lega Anti Vivisezione) scoperchia il "marcio" del sistema delle corride in Spagna: non soltanto per le atroci sofferenze inflitte ai tori, ma anche per i finanziamenti "sospetti" agli allevamenti dei tori da corrida.

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Se non sono bastate le ferite, i maltrattamenti e le uccisioni dei tori a mettere fuorilegge la corrida, una recente video-investigazione internazionale svolta dall’Unità Investigativa LAV, ai tempi del Covid-19, riapre il dibattito sull’attualità della sicurezza sanitaria e sui finanziamenti pubblici europei a questo spettacolo sanguinario: “Uno show da vietare per oscenità e violenze verso i tori, altro che tradizione da difendere e da finanziare con fondi pubblici!”, spiega la LAV.

Tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre 2019, l’Unità Investigativa LAV ha avuto modo di documentare tre spettacoli - ad Algemesi, Siviglia e Madrid - proprio nella parte finale dell’ultima stagione finora svolta.

La video-inchiesta della LAV (Lega Anti Vivisezione) in Spagna ha scoperchiato il sistema fraudolento delle corride, quello che la stessa associazione ha definito "uno scandalo".
Ma l'aspetto più grave riguarda il feroce trattamento subito dai tori durante questi "spettacoli".

Una tradizione che gli spagnoli non vogliono più

La tauromachia in Spagna è una tradizione antica più di 100 anni e che ancora attira migliaia di persone nelle arene, nonostante l'81% degli spagnoli (addirittura l'84% dei giovani, secondo un sondaggio Ipsos Mori) si dichiari ufficialmente contrario alle corride.

Gli investigatori della LAV, durante i loro "appostamenti" nelle arene, hanno potuto testimoniare di tutto e il peggio di tutto.
In più occasioni il matador colpisce il toro con l’estoque in maniera non corretta, causando agli animali gravi e lente emorragie, visibili soprattutto dalla bocca. Un’atroce sofferenza a causa del lento soffocamento.
In diversi momenti in cui l’animale deve subire il “colpo di grazia”, la puntilla (pugnale) viene usata più volte, mostrando un’agonia lentissima per i tori coinvolti.

Gli investigatori hanno filmato tori trasportati fuori dall’arena verso la struttura di macellazione interna. In diversi casi è stato filmato il sangue dei tori lasciato sul piazzale, a contatto con il pubblico che entra ed esce dall’arena (a stretto contatto con passanti e, in alcuni casi, anche con i bambini).

È stato documentato come la carne di toro ucciso nelle arene sia venduta in alcune macellerie e ristoranti locali. In alcuni casi quella stessa carne viene trasportata fuori senza alcun criterio igienico-sanitario e di fronte a minorenni.

Gli "spettacoli" filmati dalla LAV

Due degli "spettacoli" riguardano le principali arene spagnole (Siviglia e Madrid) e mostrano animali uccisi violentemente, seviziati e giustiziati dopo una lunga agonia.
Altri si feriscono gravemente per lo stress, appena entrati nell’arena.
In diversi casi l’intrattenimento mette a serio rischio la vita dei presenti all’interno dell’arena.
Algemesi è un’ulteriore “plaza” molto importante e particolare, dove i tori vengono condotti con percosse prima dello "spettacolo", per le strade del paese (pratica dell’encierro). Vengono mandati a morte giovanissimi (non oltre 3 anni di età) e per questo motivo coloro che li uccidono sono chiamati “novilleros”, ovvero aspiranti toreri.

“La corrida è uno spettacolo insostenibile, da anni contestato perché contrario all’etica e alla tutela degli animali, diseducativo, eppure offerto in spettacolo anche ai minori, benché l’84% dei giovani spagnoli disapprovi questo show".
Roberto Bennati
Direttore Generale LAV
Roberto Bennati, Direttore Generale LAV

Questa sarebbe cultura e spettacolo?

La LAV si pone due fondamentali interrogativi: la tradizione che si fonda sulla violenza può essere definita cultura? L'esaltazione della sofferenza può essere considerata spettacolo?

Al di là della sofferenza dell'animale, più che evidente nelle immagini della video-inchiesta - anche oltre quello che sarebbe necessario per la corrida stessa e dell'impatto sui minori presenti nelle arene - il reportage della LAV svela anche alcuni aspetti economici e di consumo, per esempio l'enorme valore di un toro da corrida, in parte perso alla fine dello spettacolo, quando ormai il toro è carne da macello.

Ma quanto può valere un toro da corrida?
"Anche 80.000 euro, il toro da corrida è la Ferrari dei tori", afferma, ridendo, un allevatore intercettato da una telecamera nascosta.

L'aspetto economico, del resto, è fondamentale.
Anche grazie - volente o nolente - all'Europa.

Fondi agricoli europei per le corride, nonostante il Parlamento Europeo...

I fondi agricoli europei rappresentano un terzo del reddito totale degli allevatori di tori da corrida. Gli stessi allevatori ammettono di ricevere fondi dalla Comunità Europea con altri “espedienti” e dalle comunità locali (ricezione di fondi UE per le mucche, per attività non collegate all’allevamento di tori per le corride)

Il mondo della corrida, infatti, beneficia di finanziamenti pubblici europei nonostante la volontà contraria del Parlamento Europeo.
A fine ottobre 2015, infatti, Bruxelles (con 438 SI, 199 NO e 50 astensioni) ha approvato un emendamento al bilancio 2016 che prevede "che non si debbano utilizzare fondi della PAC (politica agricola comune) né di qualsiasi altra linea di finanziamento europeo per sostenere economicamente attività taurine che implichino la morte del toro".

Il settore della corrida In Spagna riceve fondi di sostegno da:
- Governo nazionale;
- Governi regionali;
- Consigli provinciali;
- Comuni, i cui municipi coprono i costi delle festività.

Le sovvenzioni della PAC costituiscono il 31,6% delle entrate per gli allevamenti di animali destinati alla corrida.
Senza questi finanziamenti difficilmente riuscirebbero ad andare avanti. Questi fondi sono gestiti e distribuiti dalle comunità autonome.

In questo momento cruciale di revisione della PAC, è necessario introdurre una misura che preveda l’interruzione dello stanziamento di fondi ad allevamenti che destinano i loro tori per la corrida", chiede la LAV.

"Toros & Taxes"

· 571 milioni di euro: fondi per la corrida disposti dalle varie parti delle autorità spagnole;
· circa 130 milioni: i finanziamenti concessi dall’Unione Europea alla corrida, essenzialmente attraverso le PAC.

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Questi dati sono frutto di un approfondito rapporto redatto nel 2013 da alcuni membri del Parlamento Europeo e intitolato “Toros & Taxes – finanziamenti in Spagna e nell’Unione Europea per le Corride e gli allevamenti di tori”.
Le stesse fonti autorevoli che hanno redatto il rapporto riferiscono che si tratterebbe di cifre approssimative in difetto, soprattutto dopo aver riscontrato delle gravi mancanze di trasparenza nella gestione dei fondi.

Inoltre, nel 2010 il Ministero dell’Ambiente spagnolo ha sostenuto gli habitat dove devono essere allevati i tori da corrida con circa 600.000 euro, mentre nel 2011 il ministero dell’agricoltura ha stanziato 209.979 euro alla UCTL (Unión de Criadores de Toros de Lidia) e 230.000 euro per i restanti allevatori di tori da corrida appositamente selezionati.

Che strano: un settore in crisi che aumenta gli addetti

Il mondo delle corride crea altresì un indotto economico importante.
Il 1° giugno 2020 il Ministero della Cultura spagnolo ha pubblicato nuovi dati statistici sulla corrida, che ne confermano la fase continua di crisi.
Gli spettacoli nelle arene nel 2019 sono diminuiti del 63,4% rispetto al 2007. Nonostante questo dato, ciò che emerge dal rapporto è che dal 2007 gli allevamenti di tori destinati alla corrida sono aumentati da 1327 a 1339, dodici in più. Questa è un’ulteriore testimonianza di come viene investito il 31,6% di entrate dai fondi PAC, assieme agli ulteriori fondi ricevuti a livello nazionale.

In aggiunta a questo un altro dato è in controtendenza: nel 2019 risultano registrati come professionisti nel settore della corrida 9.993 persone, rispetto ai 7.907 del 2017.
Come è possibile che un settore in evidente calo e diifficoltà aumenti in maniera tale la presenza di professionisti nel settore?
991 di questi *esperti" di corrida hanno addirittura più di 65 anni...

Ma quale "coda di toro"?

Un altro aspetto da considerare è la frode sulla carne: molto spesso la "coda di toro" (una specialità dei ristoranti spagnoli per turisti) non è esattamente di toro: al massimo di mucca o di manzo... Perchè il numero di tori al macello non riuscirebbe a soddisfare la richiesta.

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L'aspetto igienico-sanitario, inoltre, non è affatto da sottovalutare, di questi tempi: sia nel momento in cui il sangue del toro, ucciso dal matador, resta a contatto con il pubblico, sia per la mancanza di igiene nella macellazione stessa dell'animale.

"Oggi più che mai, nell’emergenza Covid-19, ignorare i rischi sanitari di arene dove si semina il sangue di questi animali, macellati sul posto in strutture attigue e con dubbi standard di sicurezza sanitaria è un atto irresponsabile."
Roberto Bennati
Direttore Generale LAV

La LAV chiede, quindi, di fermare definitivamente le corride o quantomeno di tagliare i sussidi che la mantengono.
Perchè, come ricorda lo slogan dell'associazione, "la tortura non è mai cultura".

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